Lettori fissi

venerdì, maggio 25, 2007

Parassitismo cittadino


Miei cari,
come sempre rendo questo blog specchio delle mie umane vicende, ed il tema di oggi è: subaffitto!!!
Da qualche settimana non mi lascio sfuggire sito, giornale e quant'altro parli di affittacamere, stanze singole, etc... e come sempre mi diverto a trarre le mie personalissime conclusioni.
Con grande gioia noto che una larga fetta di romani possidenti sono soliti mettere sul mercato i loro buchi, spacciandoli per stanze luminosissime, rifinitissime, centralissime, deliziose quando in realtà si tratta di veri e propri furti autorizzati: partiamo da 300 euro minimo per camere singole fuori dal G.r.a., spese escluse ovviamente, e alla levitazione non c'è limite: 450, 500 e addirittura 550 euro per camere di pochi metri quadri, nel cui prezzo, atto di vera generosità, il tenero proprietario include spesso la connessione internet! Che ci fosse speculazione in questo senso non è certo una novità, ma la situazione si complica quando vengo a scoprire che spesso il prezzo della stanza viene "rinforzato" dagli altri coinquilini, che sperano di alleggerire le loro uscite sulle spalle del nuovo venuto...
Parola del giorno è: ONESTA'...

lunedì, maggio 14, 2007

FAMIGLIA CRISTIANA?


Come forse qualcuno si sarà accorto, questo blog in fondo non è altro che un monologo, ma oggi ho deciso di accogliere la richiesta, nonchè lo sfogo di un amico che , nonostante abbia visioni per certi aspetti assai divergenti dalle mie, soprattutto in termini di fede e religiosità, credo abbia bisogno di un "pulpito", che volentieri gli "presto". Signore e Signori, ecco a voi Lollo-is-the-deejay:

Il papa in Brasile, il “Family Day “, il “Coraggio Laico”. Tre eventi importanti, datati dodici maggio, intrecciati sul tema della famiglia. “Laddove Dio e la sua volontà non sono conosciuti, dove non esiste la fede in Gesù Cristo, e nella sua presenza nelle celebrazioni sacramentali, manca l’essenziale anche per la soluzione degli urgenti problemi sociali e politici”. Così Benedetto XVI ai vescovi brasiliani, nella cattedrale di San Paolo. "La famiglia sia compresa nel suo autentico valore, capita fino in fondo e vissuta con gioia". E' questo l'auspicio del card. Camillo Ruini all'indomani del Family Day. Di fronte a tutti questi buoni propositi, non mi resta che sfoggiare il mio “Coraggio Cristiano” e interrogarmi sul significato di queste parole. Attenendomi agli scritti di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, ovvero a vangeli NON apocrifi, devo chiedermi: Com’era Gesù figlio? E qual era il Gesù Cristo pensiero in merito alla famiglia? Cito questo episodio: Gesù, dodicenne, era via di casa da tre giorni; quando finalmente sua madre, Maria, riuscì a trovarlo gli chiese: “Figlio perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre (riferito a Giuseppe) ed io, angosciati, ti cercavamo” Gesù ripose: “Perché mi cercavate? Non sapete che io mi devo occupare degli affari del Padre mio?”. “Ma essi non compresero le sue parole”. E mi sa, ho come questo sentore, che non furono i soli a non comprendere. Sentite qua che dice La Sacra Bibbia, Parola di Dio. Gesù: "Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre, o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me. Sono venuto a portare il fuoco sulla terra! E come vorrei che fosse già acceso! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, io vi dico, ma la divisione. Padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera.” Arrivati a questo punto io, misero uomo, mi chiedo: a questo si riferisce Ratzinger quando parla di conoscenza di Dio e della sua volontà? E’ questo che promuove il cardinal Bertone? Si riferisce a questo Ruini? Cosa direbbe Gesù loro? Forse direbbe loro: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di
uomini”. E loro magari per gentilezza lo rimetterebbero in croce, ma non sta a me dirlo. A me, invece, non resta che terminare. Rivolgo un appello ai cattolici e DICO loro: Non osservate la pagliuzza negli occhi dei vostri fratelli laici, comunisti, capelloni, omosessuali e così via, perché non vi accorgete della trave che avete nell’occhio. Togliete dunque questa trave formato obelisco piazza San Pietro dal vostro occhio: magari vedrete meglio.

Amen.

Vuoi lavorare nel mondo dello spettacolo?



Qualche giorno fa mi sono collegata alla mia casella di posta su hotmail(pubblicità occulta- 10 Euro)ed ho trovato la solita sfilza di mail dal titolo "corso di regia", "montatore in 10 lezioni", "full immertion in final cut", tutte "svolte" che promettono di renderti in sole 10 ore di fila, un vero professionista, un asso della regia, insomma uno di quelli a cui i datori di lavoro citofonano a casa... Polemica e rosicona quale sono( chi mi conosce lo sà) ho deciso di dare il via alla mia personalissima linea di corsi on line dal titolo "Vuoi fare cinema? Prima di tutto impara a difenderti.".
Il bello del corso è che si tratta di un ciclo di zero incontri, ovviamente a pagamento: chiunque decida di aderire all'iniziativa è obbigato a lasciare una testimonianza scritta sul blog in cui racconterà la sua personalissima esperienza con eventuali corsi, a pagamento e non, e quanto questi corsi lo/la abbiano seriamente preparato/a ed agevolato/a nell'inserimento nel mondo del lavoro. Ovviamente inizio io...


Post lauream- Atto primo: un corso per uno non fa male a nessuno.

C'era una volta un corso IFTS di “Tecnico esperto nella produzione cinematografica” (finanziato dalla Regione Lazio con il contributo dei fondi sociali europei) presso la scuola privata Manieri-Copernico di Roma. Dopo aver trascorso lunghe ore alle prese con le prove scritte, simao circa una ventina ad accedere al corso. La nostra iniziazione al magico mondo della produzione viene affidata alla tiratissima Eleonora Brigliadori, che sin dalle prime battute ci lascia un pò perplessi: ogni giorno "sarebbe carino" se, una volta entrati in classe, ci dedicassimo alla trascrizione del nostro umore sul registro(eh?!?!??!?!): il nostro primo compito sarà quello di disegnare una faccina stile packman con i caratteri che più ci rappresentano: un sorrisino se siamo felici, un muso lungo se non lo siamo, gli occhi aperti se abbiamo voglia di imparare, due crocette se invece staremmo volentieri altrove. Ecco, vista la mia spiccatissima verve polemica, qui potrei già fermarmi e sparare un siluro. E' ancora troppo presto: era solo il primo giorno.
Le lezioni sono tutte piu' o meno inutili, anche se tra le varie materie col tempo sbucano insegnamenti a dir poco bizzarri e di cui stento a trovare collegamenti con il fine del corso che, lo ripeto, sarebbe quello di iniziare alla professione del produttore: un pomeriggio la solita Brigliadori, ci invita a recarci tutti in palestra, dove, stando a quanto lei sostiene, in poco tempo, e grazie ad una tecnica a metà tra lo scimanesimo e il tantrismo, potremo riuscire a distaccarci dal nostro corpo.................................
Ci metto quasi 1 mese per riprendermi da questa esperienza extrasensoriale, poi decido di lasciare a casa la mia parte critica e faccio ritorno, oserei dire, giusto in tempo: la lezione del giorno verterà sull'E.M.A.I.: una sorta di metodo per imparare a valorizzare la propria memoria...una sorta di Eminflex dei neuroni.
Mi trattengo, resisto, ce la posso fare, mi contengo...NOOOO! Ecco il mio spirito critico che sfonda la porta e si butta su di me, mi agguanta, spinge, nuovamente prende possesso del mio corpo: il comando arriva alla lingua in una attimo: "Mi scusi, ma questo cosa c'entra con la produzione cinematografica?". Silenzio. La Brigliadori mi fissa"Perchè sei così negativa? non senti che l'energia positiva che si stava formando in quest'aula improvvisamente ha subito un calo?". Ovviamente me ne vado.
Dopo qualche tempo, mi convince a ritornare ancora una volta in quel luogo estraneo una comunicazione ricevuta via mail: in questi giorni l' istituto ospita la troupe di una nota fiction televisiva, quindi noi studenti avremo la possibilità di osservare da vicino il set. Ora se fossi sicura di quello che sto dicendo non dubitate, scriverei e il nome della fiction e quello del galantuomo di cui vado raccontandovi, ma visto che la memoria potrebbe ingannarmi non essendo molto ferrata in fatto di fiction, voglio evitare di sputtanare a vanvera.
Dopo qualche ora trascorsa sul "set"(parola molto grossa), mi decido, armata del mio curriculum fresco di stampa, ad avvicinare il regista il quale, senza curarsi minimamente dei fogli che gli porgo mi fa"E te come te chiami?""Valentina, Valentina Orrù" e lui "Ah..Orrù! Allora sei sarda!! Girate n'attimo e famme vedè...""Cosa mi scusi?!" e lui, rivolto verso la troupe"Ao questa è sarda!! 'E sarde a letto sò certe pantere...". Ed è a voi che faccio appello signore e signori della giuria, perchè cerchiate di giustificare il mio comportamento, perchè giustifichiate la mia reazione sconsiderata, immorale. Restai in silenzio, ebbene si, io lo feci. E coì ammutolita restai anche quando quell'essere spregevole continuò a ridere di gusto in faccia alle mie gance che ormai avevano assunto un colore decisamente insolito. Restai così, imbambolata; avrei voluto urlargli contro di tutto, avrei voluto saltargli al collo e recidergli la giugulare, ma l'umiliazione di quelle risate maschili mi umiliò al punto che non seppi fare altro che allontanarmi.


W la Rai.

Qualche mese più tardi incontrai sul lavoro(animazione per bambini, ovviamente niente cinema) un distinto dirigente Rai il quale mi suggerì di tentare alcuni colloqui all'interno per capire se ed in quale modo avrei potuto farmi aprire le dorate porte della Rai. Il Signore, di cui volutamente ometto il nome, mi indirizzò da Franco Matteucci, allora Direttore Innovazione Prodotto, il quale dopo aver pazientemente ascoltato l'esposizione del mio curriculum mi disse"Perfetto, mi è tutto chiaro: lei è una ragazza in gamba con molta voglia di fare a cui però manca solo una cosa: la raccomandazione. Ma non si preoccupi, voglio dimostrarle che qui in Rai non c'è spazio solo per raccomandati e nullafacenti: la volgio aiutare proprio perchè non ha alcuna raccomandazione a farle da garanzia. Aspetti un attimo." E così il Dott. Matteucci si mette al telefono e in breve mi procura un appuntamento con una tale (di cui ignoro il nome) della redazione di Rai Futura a Saxa Rubra. Anche qui espongo le mie minime esperienze di lavoro, e dopo aver ascoltato e fotocopiato più e più volte il curriculum vengo passata alla Sig.ra Paola Proto la quale, molto meno gentilmente di quelli che l'hanno preceduta, mi regala il primo, ufficiale"Le faremo sapere. Richiami la prossima settimana." Inizia così un calvario fatto di appuntamenti telefonici pieni di ambiguità, si frasi lasciate appese a lasciar intendere e fraintendere, ma nulla che si avvicini ad una risposta vera. Finalmente un giorno riesco a sentirmi dire "Non c'è stato niente da fare" ed il mio posto di lavoro in Rai sembra proprio essere morto ancor prima di venire al mondo.
Prima di attaccare però, la persona dall'altra parte dice una parola che allora mi sembrò molto dolce: stage...

Lo stage.

Ecco un argomento davvero delicato. quando finisci di studiare cercano di convincerti che ciò di cui hai davvero bisogno è un pochino di esperienza, solo quel tanto che basta per iniziare a lavorare con gli strumenti giusti e la risposta a tutto questo è solo una: sfruttamento o, peggio mi sento, perdita di tempo.
Torno alla Rai, dove la Signora Bondoli, la cui mansione è appunto quella di accettare e poi smistare gli stagisti, mi aiuta a racimolare le giuste care per inoltrare la mia richiesta di stage, operazione che può essere fatta solo ed esclusivamente tramite l' università. Ottenuti i vari fogli e foglietti, la Sig. ra Bondoli decide di dividere il mio stage in due tranche: la prima a "cinematografo"da Gigi Marzullo, la seconda invece al Tg2 al seguito di Vincenzo Mollica.
La redazione di Marzullo era al 4' piano di Via Teulada 66, il cui balcone è l'unico ad affacciare sul piazzaletto interno dritto di fronte alla strada. Lì dentro conosco subito la redazione composta da : Cristina, Francesca, Greta, e una di cui non ricordo il nome, tutte programmiste registe; Francesca ed Anna, che lavorano in produzione, Rosellina che invece fa il "casting". C'è poi Nada, la regista e Massimiliano, suo aiuto, ed una strana signora di cui non ricordo il nome, che viene in redazione un paio di volte a settimana, chiama la figlia, ci parla circa un quarto d'ora e poi non fa nient'altro. bah.
Il lavoro di redazione è molto carino: non si fa veramente un cazzo. e questo non perchè le componenti del team non abbiano voglia di lavorare(o almeno questo non vale per tutti), ma perchè non c'è davvero niente da fare. Tutte queste persne si occupano di:


  • uscire con le troupe per fare le uscite dalle sale, oivvero raccogliere interviste degli spettatori sui film;

  • prendere in consegna le cassette inviate dalle distribuzioni con interviste e trailer vari e da queste ricavare un assaggio di pochi minuti che molto spesso necessita di doppiaggio;

  • decidere di settimana in settimana quali saranno gli ospiti della puntata successiva, contattarli, organizzare le macchine per passarli a prendere;

  • accogliere gli ospiti in studio il giorno della registrazione, portarli al trucco, offrire loro un caffè nel salottino di fronte allo studio di registrazione;

  • andare a prelevare Marzullo dal suo camerino ed accompagnarlo in ascensore quando è tutto pronto;

  • scrivere i titoli di coda;

  • riportare all'auto gli ospiti.

Ecco qui. Nient'altro. In un ambiente di lavoro normale, sano, motivante, tutto questo si farebbe in poche ore, ma qui, visto che si tratta di Rai, ci possono volere anche 5 giorni.
Ma torniamo al mio stage: passo in questo limbo di noia infernale in questo non luogo, priva di impegni si sorta, ben 2 mesi della mia vita, in cui, vita la mole di cose da imparare, ho tutto il tempo di aprirmi questo blog, imparare ad utilizzarlo e scivere minchiate. vi dico solo che il giorno più emozionante è stato quello in cui mi è stato concesso di ordinare l'archivio dei nastri...
Ecco, adesso invece è il momento dell'episodio che meglio descrive la Rai:; al termine di una "riunione", Marzullo conduce una della sua redazione, e me al seguito, nei nuovi uffici per quella che lui definisce "la redazione estiva": in poche parole comunica a Francesca che sta cercando delle persone per un programma estivo, ma non sà ancora chi ci metterà dentro. E io "Beh, se le servo..." lui stupito mi fa "Tu? ma perchè tu vuoi lavorare in Rai?"(homo sapiens?)...al che il Dottor Marzullo mi fa "Vieni domani nel mio ufficio che ne parliamo."
Lo ammetto, ero felice. Ero proprio sicura che stavolta le ccose sarebbero cambiate: avevo testato l'ignoranza di perone che si definiscono professioniste e se ce l'avevano fatta loro anche io potevo.
La mattina dopo mi presento in ufficoi da Marzullo, a Viale Mazzini, aspetto quasi un'ora, al che marzullo esce dalla stanza con al seguito un uomo sui 60 ed una ragazza di poco più giovane di me. Marzullo mi butta uno sguardo ed irritato mi fa "Tu che ci fai qui?" "Non si ricora ieri? mi ha detto di passare...il programma estivo..." e lui "Abbiamo già parlato per telefono prima."poi rivolto alla ragazza che gli stava accanto "Visto? Tutti vengono a chiedermi una mano, pure questa. Ma tu stai tranquilla, ci penso io. E tu aspetta qui." Resto seduta, forse sono bordot in faccia, forse nera o verde, ma già che ci sono resto per dio. Dopo altri 20 minuti ritorna, mi fa un cenno con la mano come a dire "che vuoi?" e io cerco di spiegargli che il giorno prima bla, bla, bla e il programma estivo bla, bla, bla sono una ragazza in gamba bla, bla, bla. "Fai una fotocopia del curriculum e dalla alla segretaria. Ciao" Porta chiusa. Ultimo giorno in Rai, ovviamente. Prima di concludere vorrei lasciare un'immagine per i posteri: una sera, durante la registrazione della puntata, marzullo si lancia in una previsione sull'esito di Cannes pronunciando la frase che qui riporto "Il vincitore quindi, sembra proprio essere ALDO MOVAR". Non esiste alcuna attenuante visto che l'ha ripetuto nella stessa orrendea forma altre due volte. Ah, quasi dimenticavo: al tempo Marzullo era Responsabile della cultura per la Rai...


Lo studio: dal tempo perso allo sfruttamento.

venerdì, marzo 23, 2007

Chi è più sensibile di Simone Cristicchi?


Devo ammetterlo, mi rode...e pure di brutto! Mi ricordo all' Alpheus, saranno passati due anni, dove osservavo divertita, e senza ccattiveria, un ragazzo di circa 30 anni con una folta chioma riccioluta, una chitarra e la lingua biforcuta, mentre strillava "l'ombrellone te lo ficco nel culo, il gelato te lo spiaccico in faccia..." o forse era l'altra, forse era"ma la cosa deprimente che mi butta giù, è vedere la gente alla giornata della gioventù, folla di decerebrati deficienti...". Si, forse era questa, o forse entrambe. Fatto sta che ho ascoltato i concerti del ragazzo con i capelli a microfono per qualche tempo, apprezzando la sua mancanza di perbenismo. Mi piaceva. Poi un giorno ho ricevuto una chiamata da uno dei mille amici musicisti romani che mi fa "Ao, ma l'hai sentito Cristicchi? J'hanno fatto fa er disco!" e io lì subito a pensare che bella cosa, allora qualcuno che ha voglia di sentire le canzoni contro i preti c'è anche in Italia, allora esistono i produttori coraggiosi, si, Cristicchi e il suo primo disco! Evviva! Quindi adesso quelli che fanno musica sul serio, i milioni di gruppi professionali, splendidi, preziosi che ammuffiscono nei club adesso hanno una possibilità!!Voglio dire: se esce Cristicchi...
Poi un giorno ho acceso la radio: una voce che conoscevo cantava qualcosa tipo "volgio essere BIagio Antonacci..". era Cristicchi, o meglio, Rufus per quelli de Il Locale e dell'Alpheus...pessima, davvero, ma niente in confronto alla pochezza post-romantica della sua studentessa universitaria... senza nulla togliere alla commerciabilità di un pezzo, insomma, sti cantanti dovranno pur mangiare, ma mi è stato subito chiaro quello che ascoltavo: e dallo stomaco è partito, incontrollato, il rigurgito, prima silenzioso, poi chiaro"Che schifo...".
Qualche mese fa, non lo stesso amico dell apirma telefonata, ma un secondo"Ao- sempre- ma hai sentito de Cristicchi? Sta a fa 'no spettacolo teatrale tipo la tesi tua....'nzomma, sui matti". Rimasi basita. Ed era solo l'inizio: spettacolo teatrale, libro, documentario poi festival di Sanremo. E Pippo Bauldo che lo definisce il cantautore più sensibile dell'anno.

Non so cosa sia per voi la follia, per Cristicchi è un terno al lotto.

giovedì, gennaio 25, 2007

Minchia che odio...


Io odio molto, tu?
Io assolutamente odio il traffico(comprate la bicicletta), il lavoro precario(fai un concorso in banca), la gente che arriva tardi(esci da sola), scendere dalla macchina e lasciare la luce dell'abitacolo accesa(e allora non la accendere), i capelli che puzzano di fumo(e allora smetti), il computer che si blocca(ma carta e penna no?!), l'alito pesante(di chi? tuo o degli altri?), la gente invadente(viene in mente nessuno?!), chi non fa la raccolta differenziata(tipo il 99,9%degli abitanti de pianeta?), le chiese(e di brutto), le suore tutte(tranne quele che fanno le missionarie a patto che non barattino l'aiuto con la conversione...quindi si, tutte)...Ah, che astio..

martedì, gennaio 16, 2007

Donne come pesci rossi...e bambole bastarde

No, no lo sono. Forse. Io non sono assolutamente una persona nostalgica, di quelle che guardano ai movimenti degli anni settanta come ad un felice periodo in cui le persone si sono svegliate dal torpore, ed hanno preso coscienza della propria importanza come individui, gruppi, società. Non credo neanche che il femminismo sia stato il movimento di cui tutti parlano come qualcosa di positivo, forte, consapevole; che sia nato da un gruppo di donne stanche di sentirsi relegate in una funzione biologica precisa e priva di quell'estro e libertà che da sempre è stata affidata al solo maschio dominante. Non mi interessa parlare della cultura maschilista e cattolica, nè delle nostre nonne e bisnonne, costrette a vivere di luce riflessa....O forse si...forse mi riferisco proprio a quelle conquiste sudate, a quel diritto alla vita oggi sacrosanto ed inviolabile, frutto di anni di soprusi, d'isolamento culturale. Poi cerco di calmarmi e mi dico"Su, cosa ti incazzi a fare? Vivi nel 2000, tutto questo appartiene al passato", quindi cerco di rilassarmi, mi sdraio sul divano e con la punta del dito premo uno dei pulsanti numerati sul telecomando. E succede. La prima volta che accadde, lo ricordo ancora, avrò avuto non più di 20 anni: guardai a lungo quella figura semovente dentro il rettangolo luminoso che mi parlava, e mostrava, e ancora mi parlava...inizialmente pensai"E' uno scherzo,si si, deve esserlo". Per forza! Come potrebbe un essere pensante accettar di sottoporsi senza alcun ritegno, ad una umiliazione tale. Guardai, e lei rimase per tutto il tempo lì: poco vestita, con un sorriso sciocco sulle labbra, rinchiusa in ginocchio, sotto il tavolo, una teca di vetro. Come un pesce rosso. Anzi, il pesce rosso di sicuro avrebbe optato prima o poi per il più dinitoso suicidio...ma lei no, restava lì, beota e felice, sotto il tavolo.
Se la storia finisse qui, ecco, allora non sarebbe poi tanto grave; è come il discorso di Vanna Marchi che ruba soldi alle povere vecchiette: invece di battere le mani ad una gran paracula la incriminano di aver rubato dei soldi, mentre le altre diventano vittime innocenti d'una megera...bah...dicevo: fose finita qui, dicevo, tutto a posto. Ma lei no, lei si vende, si fa rinchiudere in una teca di vetro, ride sguaiata e demente sotto un tavolo e poi che fa? Quae sarebbe, in un paese normale, la conseguenza logica per una tale stupidità?

Opzione a) INTERNAMENTO

Opzione b) PSICOTERAPIA

Opzione c) PUBBLICO LUDIBRIO

Ma siamo sempre qui, e quindi la cerebrolesa SI CANDIDA CON LA SINISTRA. Questo è uno dei tanti motivi per cui troppo spesso mi chiedo: ma come cazzo gira sto mondo?
Piccola citazione in chiusura:su"City" di oggi, si riporta un'affermazione del Newsweek riguardo l'influenza mediatica di gentaglia come Britney Spears, Paris Hilton"grazie ai loro pessimi modelli non staremo crescendo una generazione di baby-prostitute?"...Che famo, sapettiamo anche stavolta i posteri o st'ardua sentenza se la famo da vivi?
Valentina

Errata corrige: Credevo, miei cari, di aver visto già abbastanza, di aver citato abbastanza, di essere arrosita per empatico imbarazzo, decisamente abbastanza...erravo, e di brutto, tralasciando il nome della capostipite dell'umana demenza, le cui origini ahimè, ci accomunano geograficamente...pronti?Davvero?Ok, lo dico: Valeria Bambolona Bastarda Marini..

Madonna come sei anni '20

Salve cari appassionati,
stamane mi sono svegliata copn l'idea di agghindarmi per benino(sapete, facendo saltuariamente l'assistente ad una casting director, e trattandosi appunto oggi di una di quelle convocazioni di soli masculi, ci tenevo a fare la mia porca figura...). Combattute le occhiaie con un dito abbondante di cipria compatta, sfidati a singolar tenzone un mucchio ribelle di capelli, su cui sono riuscita a davere la meglio solo dopo alcuni m inuti di dolore e tormento, orlati gli occhi con della polvere scura, effetto figa-da-urlo, mi sono soffermata a contemplare la mia immagine riflessa nello specchio appannato: un cesso, non c'è che dire. Così, come spesso accade, mi sono legata i capelli alla meno peggio, tentando di domare l'indomabile: Crudelia Demon è pronta a colpire. Immediatamente ritorno con la memoria alle parole della mia amica Paleontò"Oddio quanto sei anni '20 ciccina!"(eh, lo so, neanche io vado fiera del mio "ciccina", ma, dopo anni che la conosco, ho capito che l'unica soluzione è quella di arrendersi e lasciarla fare...). Quindi pensa che ti ripensa mi viene in mente una cosa: creare sul blog una galleria di immagini sulle acconciature retrò, magari facendo in modo che tutte le immagini siano a d'epoca...ecco che allora inizia la galleria:











Non disperate, amici a casa: finirò col pubblicare regolarmente fotine degne d'un certo interesse...