Lettori fissi

lunedì, dicembre 12, 2011

Pantaloni di fustagno color muschio a vita alta

Non ti sorriderò. Perchè io abito al Pigneto. Mi riconosci dalla montatura degli occhiali: bordati di nero, alla Clarke Kant. E non dire che sono vecchi! Sono vintage..ma come che vuol dire?? Vintage -mi raccomando, l bocca va messa così quando pronunci, un pò orgasmica, ci sei? -  significa...desueto, classico, intramontabile...si insomma vecchio, ma detto così fa tutto un altro effetto. Ignorante. E poi vuoi mettere: posso tirare fuori dagli armadi i miei pantaloni di fustagno color muschio a vita alta che non riuscivo a mettere da 20 anni e invece di darmi della sfigata come alle medie, la gente mi incontra, si immobilizza sbarrando gli occhi e mi dice "Oh mio dio. Dimmi immediatamente dove hai trovato questi pantaloni. Sono pazzeschi." . Pazzeschi. Capisci? Ma che te lo spiego a fare, tu ti ostini ancora ad andare in giro con i jeans e le scarpe della Nike(si prononcia naichi, non naik)...Almeno metti su un paio di Snikers, dio santo! Non sai nemmeno cosa sono le..inaccettabile....E questo maglioncino...dio mio, ma chi ti guarda così? No, non è un fatto di vestirsi male o bene, cerca di capire: sei fuori tempo, fuori tempo ma non abbastanza, demodè senza il dovuto tocco di futurismo. Adesso va il trasandato-complicato, capisci? L'idea di fondo è : associare, rivisitare, azzardare. Devi andare ad un aperitivo? Calze di pizzo e stivaletto anni 80 lucido, gonna superstrech blu elettrico e un grosso sciarpone intorno alle spalle, meglio ancora se una delle sue la lasci nuda così, a fare un pò vergine suicida. Ma non scollata eh, quello è davvero out. L'attenzione si attira ormai con la piega, ma ti devo insegnare proprio tutto??? Ciuffi, codini asimmetrici, chiome cotonate, rigonfiamenti!  Hai presente la Winehouse? Ovviamente senza mai ammettere in pubblico che hai preso spunto da lei, sia chiaro: sempre negare l'evidenza. Diciamo che l'atteggiamento deve sott'intendere qualcosa tipo"Stai chiedendo a me che sono l'essere umano più cool del momento se sto imitando qualcuno?? E poi chi diavolo è Amy Winehouse? Mi spiace, io non guardo la televisione". Ricorda: "Io non guardo la televisione" è una frase fondamentale nella conversazione. Puoi sostituirla solo con la sua antitesi, cioè"Io so tutto della televisione", ma devi specializzarti nei soli programmi trash: Santoro è out, Crozza è out, si al Grande Fratello, ai programmi della Carrà, e se riesci butta lì ogni tanto una frase tipo "La Clerici è pazzesca!" o "Mercoledi è absolutely serata Gf". Se puoi vuoi davvero stenderli inventa un nomignolo per tutti veri maestri del trash in tv: per esempio potersti chiamare la De Filippis "Zia Mary"...Anche se a dire la verità battute di questo tipo stanno molto meglio in bocca ad un gay, accompagnando l'affermazione con una leggere roteazione del polso in senso antiorario. Hai un amico gay, vero? Non capisco cosa intendi per "non che io sappia"...Hai o non hai un amico gay? Malissimo tesoro. L'amico gay ormai è il passepartout necessario per tutti gli eventi mondani. Tra l'altro, che abbia o meno buongusto, l'amico gay è sempre il miglior consigliere in fatto di shopping: non mente ma esalta, non è invidioso ma placa.
E poi i gay amano la moda. Anche io amo la moda. Ma non quella romana eh, a Roma si compra malissimo. Giusto un paio di sartorie del centro, meglio se al Rione Monti che fa sempre molto international. Il posto migliore per comprare è Milano, senza dubbio. I milanesi si che si vestono bene, non come voi romani. No che non sono romana io, sono nata a Roma ma ho vissuto troppo tempo all'estero per considerarmi romana..New York, Londra, Berlino...sono una donna senza zavorre io, una che si vive il mondo. Ricca? Ma certo che non sono ricca! E abbassa la voce, sei fuori? Non ho mica un grande appartamento a Piazza di Spagna mi sembra. Vivo qui, in Via del Pigneto, sull'area pedonale, tra artisti come me, persone semplici, senza troppe pretese. Ini questo quartiere poi si vive troppo bene, un tripudio di locali, gente fica, buona musica. E poi è un quartiere popolare, mi fa sentire come se fossi... al centro di un film di Pasolini, ecco! Ma come brutto? Ma sei pazza? Il Pigneto è la Roma vera, multietnica. Qui si respira la vera aria decadente di questa città, l'odore del couscous, lo zenzero, la marijuana fumata in finestra...
E adoro gli africani seduti agli angoli della strada! Una volta i senegalesi che abitano nel mio palazzo mi hanno anche invitato a pranzo a casa loro, pensa, vivono in sette in un monolocale, ma quanta diginità nei loro gesti! Guarda: ho ancora la pelle d'oca... E comunque la cucina africana è la cucina più buona del mondo, altro che quella italiana. E mi hanno fatto quella cosa meravigliosa, com'è che si chiama....Samosa, una patata credo fritta in non so quali spezie....Ma che indiano, ti dico che è un piatto senegalese! Lo saprò meglio io no, che ho i vicini senegalesi, che dici?!?! E poi sono stat tre volte in Africa io, no niente Sharm che fa troppo tamarro: una volta in Kenia dove ho fatto il safari e poi a Tunisi e Marrakesh. Scusa ma non le hai viste le foto in camera? Quelle di me che sono davanti alla moschea con la mini di pizzo bianco... Dove io e Ila  abbiamo quei capelli pazzeschi superbiondi! Lasciamo perdere va...Dicevamo? Ah si: altra cosa importantissima è sapere quali argomenti toccare: la religione va sempre moltissimo; adesso però non bisogna più parlar male del cattolicesimo, adesso la frase di grido è "Io credo nel rispetto" oppure "Io rispetto ogni fede". Oovviamente devi essere buddista se vuoi essere davvero a cavallo dei tempi e,  fon-da-men-ta-le, devi fare yoga: Kundalini, Hatah, quello che preferisci, l'importante è farlo, e ovviamente parlarne: ogni tanto inserisci nella frase la parola "meditazione" che volendo puoi barattare con i termini "autodisciplina" o "concentrazione" o, se proprio vuoi esagerare, con la parola "ascetismo", ma rischieresti di essere fraintesa.
Ovviamente devi diventare immediatamente vegetariana, ma se proprio ami mangiare animali morti, puoi fare il vegetariano spurio . Ma come cos'è? Il vegetariano spurio è quello che non mangia la carne ma  non rinuncia al pesce. E se poi qualcuno ti chiede perchè, puoi sempre buttarla sullo scientifico, dicendo che non è ancora dimostrata alcuna capacità affettiva nei pesci....anche se Nemo effettivamente potrebbe costituire un'eccezione....Ah, fondamentale: adora pubblicamente i cartoon di animazione, ma solo Pixar e Miyazaki, guai a te se ti sentono parlar bene di altro. Apprezza poi , ma con cautela, i fumetti - se ti esalti troppo rischi di farti scambiare per una sfigata da gioco di ruolo- meglio se d'autore e meglio ancora se, per indicarne il diegnatore ti rivolgi a lei o lui che sia chiamandolo "Fra"..."Non hai mai letto Frà? No va beh, se lo leggi impazzisci". Aspetta aspetta...Martina non girarti. Non riesco a spiegarmi come, mia cara, ma c'è un tipo che ti guarda. E non è nemmeno male! Vedi che i miei consigli servono? Oddio viene verso di noi...Giacca scura, maglia in cotone a girocollo, sciarpa colorata un pò appariscente ma si può fare, jeans un po troppo stirato, oddio, scarpe inguardabili, ma il ciffo è davvero da competizione. Eccolo, lascia parlare me.
Scusa ma non è il momento, magari un'altra volta eh? Come vedi stiamo parlando io e la mia amica qui, quindi qualsiasi cosa tu stia per dire la risposta è: risparmiaci le tue frasi da rimorchio, non abbiamo tempo per le tue banalità. Non ho capito: la sciarpaa dici...? Ah, grazie, non l'avevo vista...Uh si è sporcata tutta...Grazie mille...ciao eh...e grazie ancora... Oddio che figura Martina! Andiamo via subito da qui, ok? Martina dove sei finita? Martina?  Sfigata.

sabato, dicembre 10, 2011

Motore... Partito...E...Azione!

Dammi da bere Jack. Liscio, il ghiaccio è per i finocchi. E tu che cazzo hai da guardare, vecchio barbone? Ecco, bravo. Ti ho mai parlato di Marthy, Jack? Non me ne fotte una sega che non ti chiami Jack, ti ho chiesto se ti ho mai parlato di Marthy. Era una forza della natura quel bastardo, non lo fottevi eh, neanche se ti ci mettevi d'impegno. una volta eravamo davanti a quei fottuti poliziotti alla frontiera e lui mi fa "Tieniti forte bello, adesso ti faccio vedere io come si sta al mondo" e bam! Una botta secca e ha spaccato le sbarre, capisci, quelle fottute sbarre sono andate in pezzi in un istante e quei codardi sono rimasti così, con la bocca aperta, senza reagire tanto erano sorpresi. E sai cosa m'ha detto quel bastardo di Marthy mentre scappavamo, eh? "Sbaglio o ho visto una mosca cagare nella bocca di quel fottuto piedipiatti?"... Che fottuto bastardo quel Marthy...
Stooooop.
Ok, la rifacciamo, Anna, ritocca la faccia di Bob, non lo vedi che è lucido? Pam, datti una mossa, porta l'acqua a Bob, Bob come ti senti bello, eh? Te la senti tua, che dici? Io però lo vedo un pò più rilassato, meno "cowboy solitario"...Secondo me dovresti farlo meno...come ti posso spiegare...meno carico ecco: duro si, ma con una punta di dolcezza...e poi questo povero barista, scusi com'è si chiama? Paul. Ecco, Paul, Paul vieni qui. Ti posso dare del tu, vero Paul? Ecco, bravo. Bob, Paul, questo viso, è il primo viso che vedi dopo tanti giorni di cammino! Sorridigli per dio, sii gentile... Non vuoi mica farlo scappare a gambe levate dico io, giusto? Perfetto... Ah e poi lui...com'è che si chiama questo? Hey, signor comparsaaaa? Sveglia eh! Com'è che ti chiami? Qualcuno sa dirmi come si chiama quest'ameba? Cornelius? incredibile...Comunque Cronelius, dio santo, partecipa pure tu! Tu sei... il cuore della scena! non te l'ha mai detto nessuno che senza di voi, voi che siete nello sfondo, il cinema sarebbe piatto, senza sfumature? un cazzo di cowboy dentro un cazzo di bar dove non c'è nessuno...a chi interessa? ma invece ci sei tu, il grande Cornelius, la voce del popolo! Cornelius, gli occhi dell'uomo comune, la normalità che invade l'eccezionalità, la realtà che sfonda la finzione! E' chiaro? Cornelius!!! Ma che cazzo...oh cristo! Chi ha dato del whiskey a questo coglione? E' ubriaco fradicio! Portate via questo ubriacone! Eh no J.J....questo lo bevo io ... Pronto Al!!!Dove cazzo sei?? Attaccato al mio culo devi stare Al, devi diventare il mio perizoma del cazzo Al, è chiaro? Chiama Glenn e digli che abbiamo un intoppo, la comparsa si è ubriacata e adesso ci serve al volo un sostituto..Non me ne frega un cazzo del tuo piano delle spese Al, voglio una cazzo di comparsa di 90 anni e con la barba lunga entro 10 minuti qui sul set, ho detto 10 minuti, non uno di più, è chiaro?
Stoooop.
Benissimo, sei...Guarda davvero non trovo le parole...L'intensità che mi trasmetti dio, è così convolgente...Davvero, dovrebbero darti un Oscar..Ma certo che dico sul serio. Il pezzo in cui ti avvicini al vecchietto poi, wow, e la telefonata con Al...  roba da Eastwood, dico sul serio...Non mi fraintendere eh, non per l'aspetto, Eastwood in confronto a te sembra tuo padre...tuo nonno ecco. Guarda che pelle che hai... posso....permetti? Senti, senti...un infante, dico davvero. Non è che mi hai dato documenti falsi per paura di essere troppo giovane per la parte, eh Sam? Sei incredibile, dico sul serio, incredibile, Connie, non credi che Sam sia incredibile? Vedi, anche Connie dice che sei incredibile Sam.
And cut!
Geniale! Geniale! Woody, fatta abbracciare....non fraintendermi ma io... sono pazzo di te! ragazzi, voi non siete pazzi di lui? Quello stile, questi continui"dico sul serio"...e il balbettio...una forza della natura, un regista moderno, affabile, un professionista. Basta con questi stereotipi poi del regista dittatore. Sei grande, anzi, sei il più grande di tutti!
E stop!
Ma cos'è sta merda? Ma chi cazzo l'ha scritturato questo demente? ma ti sembra un produttore credibile questo? Eh?? E poi Woody...non ti premetto di usare il mio film per farti leccare il culo a qualche ebreo di Hollywood, brutto bastardo! Toglietemi questo imbecille da davanti agli occhi...Jack! Dove cazzo ti sei nascosto! Bravo, vieni qui. Tienimi a bada il gregge, ho bisogno di pensare. Dammi da bere Jack. Liscio, il ghiaccio è per i finocchi. E tu che cazzo hai da guardare, vecchio barbone?

venerdì, dicembre 02, 2011

Passami Alessia

‎"Pronto?"
"Che è Alessia?" 
"No, ha sbagliato numero" 
"No, cerco Alessia" 
"Appunto: io non sono Alessia" 
"E chi sei?" 
"No, chi è lei!" 
"Io sono amica di Alessia, me la passi?"

martedì, novembre 29, 2011

Scottature

"Quindi mi faccia capire, adesso per l'attivazione ci metterà quanti giorni?"
"'n che senso me scusi.."
"Tra quanto potrò telefonare, navigare?"
"Ma guardi io non ne so gnente de ste cose: io so tecnico Telecom e non voglio sapere altro"
"Ho capito ma adesso lei mi attiva la linea direttamente?"
"Guardi io non mi allargo nelle cose che non sono di mia competenza, io non so gnente, nè come si chiama lei, nè che deve fare...poi scusi, lei che deve fare?"
"Il nuovo contratto telefonico e la nuova linea adsl..solo che non so nemmeno quale sia l'operatore con cui hanno deciso i miei capi di stipulare il nuovo contratto..."
"Nun me faccia ste domande che io nun so gnente: guardi qua, guardi: io manco er nome suo so, lei per me è: Acome  Ancona,R come Roma, F come Ferrara, S come..."

lunedì, novembre 21, 2011

Leggera schiumetta


..e mentre sei in fila per prelevare guardi la gente che affranta accartoccia le ricevute del saldo. "La pensione li mortacci vostri..." e con rabbia le getta a terra"Guardi che c'è il secchio qui!""Ma vaffanculo, và.."; senti i sospiri degli anziani "E adesso come facciamo?"e pensi che sto paese sta andando a rotoli"A tre anni dovevo iniziare a lavorare, altro che laurea..". Poi tocca a te, ti avvicini al bancomat e sullo schermo una leggera schiumetta. E' uno sputo.

lunedì, settembre 26, 2011

Lavoratore vs CGIL...indovina chi vince?

"Salve buongiorno, parlo con la cgil?"

"Chi sarebbe?"

"Una tesserata in cerca di risposte"

"E vedemo se ce l'ho ste risposte"

"Senta, io chiamo per avere delucidazioni in merito al ricorso fatto all'Inps per il sussidio di disoccupazione, sono un'assistente alla regia..."

"Ho capito...e guarda, che te devo dì, stamo 'n trattativa..."

"Cioè?"

"Praticamente stamo in attesa de sviluppi..."

"Ho capito, voglio sapere a che punto siete, cosa succede."

"Praticamente è successo che sò state escluse tre categorie dal sussidio: attori, registi e i cosi, come se chiamano, direttori de la fotografia."

"Ma io sono un'assistente alla regia"

"E lo vedi che siamo d'accordo?"

"Ma d'accordo di che mi scusi?!Voglio sapere cosa è stato deciso, a che punto siete, se andiamo in causa..."

"E questo ce lo dirà l'avvocato..."

"Ho capito, ma quando???"

"La prossima settimana"

"Ma sono 4 mesi che mi dice la prossime settimana!"

"Ho capito chicca bella, ma quello è avvocato, pò esse pure che mò me chiama e rimanda de altre 3 settimane, che ne so io? Manco je poi menà che quello poi te manna ar gabbio...ahahahahah..."

Riporto la conversazione perchè:

1 - ho le palle piene di essere presa per il culo

2 - voglio vedere i vecchi al parco! A giocare a bocce! Scrostatevi da queste cazzo di poltrone!

3 - Pretendo una cultura minima per chi occupa posti di potere: il mio indennizzo davanti ad una ingiustizia e alla violazione di un mio diritto non può essere nelle mani di uno che non sa nemmeno parlare l'italiano!

4 - essere di sinistra non significa essere omertosi, ma significa iniziare proprio con il ripulire i propri organi di tutela da gente come questa!Vergognaaaaa!

venerdì, settembre 23, 2011

Caffelatte e cornetto, grazie.

Via Livorno, ore 9.45. Come tutte le mattine cerco di combattere il sonno con cornetto e caffelatte. Ce la posso fare, lo sò. Il barista cabaretista anche stamattina non mi molla un momento"Ao, ma ch'hai dormito su 'n arbero?". Romani...Entra una donna, circa 70 anni, 1.50 a dire tanto, carrello della spesa beige e voluminoso apparecchio acustico. Saluta alzando la mano, il carbar...il barista subito (bonariamente)"Aaaaaa....Ecco l'acqua!" La signora lo guarda e gli fa la liunguaccia, si mette in punta dei piedi per vedere meglio i cornetti e scuote la testa delusa. "Mò che c'hai da dì vojo sapè? Che voi? Marmellata? Cioccolato? Che voi dì! C'avemo tutto..." E l'altra "Frutti de bosco!" "Se va beh, famo tamarindo e maracuja e stamo pari!" la signora gli fa segno di andare a quel paese e sorride avvicinandosi al bancone. Per oggi si accontenterà del cioccolato. "MA Giovanni? 'Ndò l'hai lasciato?" " E 'ndò l'ho lasciato...sta a arivà...s' fermato a buttà la differenziata" "A Marì io te lo dico, j'ho organizzato 'na seratina sta settimana che è la volta bona che se ne va de casa... Dù ventenni, ma belle Marì! E pure piene de sordi!" "Aaaaa questo...la fai finita cò ste frescacce? Guarda che Giovanni sta tanto bene a casa cò me!" "Se se...te lo dice a te, te lo dice... Tutte le volte che me chiama a me me dice sempre che non vede l'ora d'annassene da casa, che c'ha voja de vive! A Marì, e tocca che te ne fai 'na ragione..." Maria per la prima volta sembra davvero stizzita: a lei questa storia che Giovanni se ne vuole andare di casa non le va giù. Eppure, penso, il figlio avrà almeno 40 anni, sarà uno di quei ragazzoni mai cresciuti senza capelli ma con la camicia sempre stirata di tutto punto. Errore. Errore perchè poi Giovanni entra dalla porta e non sarà più alto di 1.60 e soprattutto non avrà meno di 80 anni. Maria lo prende teneramente per mano e gli dice in un orecchio "A Giovà... sto scemo me stava a dì che me volevi lascià...". Poi uno dice che l'amore non esiste.

lunedì, settembre 12, 2011

Raccontino cinematografò(che fu)


Mi sveglio da due settimane tutti i giorni alle 6.30, mangio, mando mail, faccio la doccia,
cerco di sistemare al meno peggio la stanza, chiamo mia madre e poi inizio la trafila dello
scambio di mail e telefonate con l'agenzia che ci porta le comparse, che più o meno si
articola così:
"Quante bionde mi porti?"
"Sette su dieci"
"Sette sono poche, ne voglio almeno 8..ma sono belle?"
"Alcune sono molto carine"
"Ho capito sono brutte"
"Il mondo non è fatto di sole belle"
"I film si!"(Il fatto che io non sia minimamente d’accordo con la mia bocca non ha alcuna
importanza).
Mi preparo ad uscire, aspetto quel maledetto del mio collega che, oltre a non fare quasi
niente sul set(a parte le canne appena cala la notte, convinto che nessuno si accorga
del fatto che gli si orientalizzino immediatamente gli occhi),  si presenta ogni giorno con un ritardo medio di 20 minuti. Da lì inizia la corsa al set, si arriva, si saluta, si inizia, con grande educazione e sorrisoni, a mettere una fretta incredibile a truccatori e parrucchieri,  affinchè preparino gli attori
velocissimamente(questo solo dopo aver convinto gli attori a scendere dal camper, che ,
spesso, è la parte più difficile...); poi inizia la mediazione con il set: la radio che abbiamo in
dotazione inizia a sbraitare "Portami gli attori...come non sono pronti!?Non diciamo cazzate! Allora abbiamo sbagliato tutto! Sono pronti gli attori? Ancora no?!!? Va beh ragazzi, abbiamo buttato la giornata..."Tutto questo continua incessantemente fino a quando gli attori non sono pronti(delle volte ci vogliono ore).

Si inizia a girare: missione dell'assistente alla regia è quella di guardare malissimo
chiunque parli/rida/si muova/giochi con le monetine che ha in tasca, abbia il cellulare acceso,
insomma chiunque sia un potenziale fastidio acustico, minacciandolo con frasi tipo
"Signori silenzio!" oppure il democraticissimo"Il silenzio vale per tutti!", il polemico "Ce la faremo a stare un pò zitti?" il tutto alternando frasette da maestrina frustrata tipo "Finchè non mi sentite urlare non ce la fate proprio a fare silenzio!".
Si può poi respirare per un minuto, due se la scena è lunga.
Finita la scena riparte la giostra: attori cambiati, poi di nuovo a "trucco e parrucco";
la radio ricomincia a sbraitare e di nuovo si media, si fa del pressing lieve, poi sempre più intenso,
poi ancora di più, finche si ottiene il risultato: andare sulle palle a tutti.
Si ricomincia a girare, ma stavolta è quasi ora di pausa(in media il nostro regista gira 1
scena in 3/4 ore)e giunge il momento del quesito filosofico più importante del mondo : cosa mangeranno gli attori?
L'assistente alla regia ha il compito di avvicinare discretamente tutti gli attori, sottoporre ancor
più discretamente la lista con la possibilità i cestini e riuscire ad estorcere l'informazione nel minor
tempo possibile. Dettaglio: tutto questo va fatto mentre si gira, e ad ogni stop si entra
in competizione con tutti i reparti che lavorano con gli attori(ovvero costumi, trucco
e parrucco appunto)che, e non ne capirò mai il motivo, si gettano come mosche
impazzite sui malcapitati di turno, emettendo urletti incomprensibili ogni volta che notano
qualcosa fuori posto(due giorni fa la truccatrice voleva farci girare di nuovo una scena
perchè l'attrice aveva un capello davanti alla bocca); l'assistente alla regia, che conta
come un pidocchio in una fattoria, riesce finalmente a sottoporre la lista e puntualmente si sente tuonare alle sue spalle "Che cazzo faiiiiiiii!!! Non lo vedi che stiamo lavorando?!?!?
Sempre con questi cestini!! Perché non vai a lavorare al ristorante se ti piace tanto
pensare al pranzo?!??!", o simili dolcezze... Quello che i tuonatori a tradimento
non sanno, è che fuori, davanti al famigerato"cestinaro"pian pianino tutti i reparti della troupe si stanno mettendo in fila fregandosene altamente del fatto che non sia stata
ancora data la pausa...  Il classico è il seguente: si atterra un trucco, si sorpassa un
parrucco e si raggiunge lo scopo ordinazione-attore ignorando urla ed insulti vari, si arriva
davanti al cestinaro con lista alla mano(4 menù tra cui scegliere,15 attori al giorno da
sfamare+ regista+ amici vari)e puntualmente lui, con un certo sadismo nella voce ti guarda
e dice "E certo, la prossima volta viè all'una de notte, così vedi che c'è rimasto..."
modo cortese per informarti che i primi 20 minuti della pausa li passerai a spiegare agli
attori perché hanno chiesto un "frutta e formaggio", e si ritrovano invece un "rosso" o un
"vegetariano"...

Di nuovo si respira, ma bisogna sempre sparire dietro un cespuglio, un'auto, qualsiasi
cosa che riesca ad escluderti allo sguardo altrui: tutti hanno almeno una domanda da fare a
pausa, e la troupe è di circa 40 persone, attori esclusi.
Finisce pausa esattamente nell'istante in cui riesci a raggiungere la tazza del bagno,
ridotto ormai in condizioni disastrose; ti cali i pantaloni e la radio puntualmente esplode in
un "valentinavalentinavalentinavalentina"(il mio capo ha la capacità di ripetere il mio nome
per 50 volte di fila senza mai prendere fiato). La risposta migliore in questi casi sarebbe
il rumore dello sciacquone, ma la tentazione della vendetta viene immediatamente
scanzata dal ricordo dei mesi di disoccupazione trascorsi ad elemosinare anche solo una
"giornatina" e improvvisamente ritorni ad essere il migliore amico dell’uomo-aiuto,
esattamente come fossi il suo fedelissimo cane. ”Eccomi, arrivo subito”e tutto questo lo dici
tenendo con una mano la radio, gli stralci, il maglione che avevi legato in vita e con l’altra
il cappotto, il cappello,e con l’altra(si, si tre mani, perché?!) la sciarpa, i guanti, il pranzo.

Riparte la giostra: ri-trucco e ri-parrucco per tutti gli attori, ri-cambio dei vestiti, ri-risoluzione
dei vari piccoli problemi quotidiani tipo:
"Mi si è scaricato il telefono, mi trovi un carica batterie del Samsung modello nuovo,
attacco rettangolare? Velocemente grazie..."
oppure"Scusa cara(dove il cara sostituisce il tuo nome che ovviamente ignorano)
potrei avere un cappuccino con latte parzialmente scremato?..Non è un problema,
vero?!"(Solitamente sono le 3 di notte) o anche"Potresti telefonare a mia moglie e
spiegarle come venire sul set? Sai, siamo di milano e lei non è abituata a guidare a
Roma..il taxi? no, dai, ci sono i bambini...magari resta al telefono con lei per tutto il tragitto
e spiegale passo passo che strada deve fare...ti dispiace?".

L'urlatore radiofonico ricomincia ad inveire, inutile spiegare che mentre lui suda le sue sette camice
davanti al set in preparazione tu stai correndo al bar(e dove mai sarà un bar aperto
a quest'orar??) mentre guidi la signora Tal de Tali sul set fingendo di sapere
esattamente dove si trovi e continuando a chiedere, senza che la donna al telefono se ne
accorga, un cazzo di carica battarie del Samsung attacco rettangolare a tutta la troupe...

Sei a cavallo: la signora è arrivata, il cappuccino caldo nelle mani, il carica batterie... ecco quello
no, ma pazienza.. Torni ai camerini, dove gli attori sono quasi pronti, precedi l'urlatore
radiofonico con un bel "Sto per portare gli attori sul set" evitando appositamente di fare
supposizioni sul minutaggio. I divi scendono dal camper trucco. Come Mosè ti fai strada tra le
ali di macchinisti, elettricisti, truccatori, parrucchieri, autisti, comparse e consegni gli
attori. Il regista è nervoso, continua a chiederti come mai ci hai messo tanto(pure!!!!!),
se sei sicura di essere in grado di fare questo lavoro, etc... Sussurri il tuo millesimo "vaffanculo"
col sorriso stampato sulle labbra e gli occhi da cerbiatta e guadagni la posizione più
privilegiata: accanto alla macchina da presa.

A questo punto ciò che ti si richiede è di essere una sorta di pappagallo poco pensante: mentre con un orecchio ascolti le richieste dell'operatore("la signora in verde me la metti a destra i signori in giacca e cravatta li spostiamo sul fondo via la truccatrice lo stativo è in campo via la truccatrice no lì la
signora col maglione blu non può stare, fai la controfigura dell'attrice via la truccatrice ho
detto)con l'altro ascolti e soprattutto RIPETI simultaneamente ed in forma decisamente
più educata gli urlacci del regista che, davanti al monitor chiede a sua volta di costruire,
spesso in maniera diametralmente opposta all'operatore, l'inquadratura("Ma che cazzo ci fa la
signora col maglione verde lì? Deve andarsene a fanculo dall'altra parte!!E quei coglioni in giacca? li vogliamo mandare in africa???). Il terzo orecchio(stessa storia che per le mani, gli assistenti alla regia ne hanno almeno tre)lo dedichi al direttore della fotografia, il quale si muove a scatti davanti alla
macchina continuando spasmodicamente e misurare la luce e a dirigere i suoi elettricisti.
Siamo quasi pronti, e un bravo assistente alla regia si accorge di questo da un'inconfutabile certezza: tu sudi e intorno a te quasi tutti, a parte l'aiuto e il regista ridono e scherzano.
L'aiuto ti guarda, si sculaccia due volte e fa"Qui devi stare, attaccata qui! Che stai facendo
là????". Ah. Chiesto il silenzio, chiamato motore, si gira.

Ecco il primo ciak, il secondo, il terzo, il quarto, il decimo...e toh, ecco anche l'orologio
che inizia a scorrere: sull'odg(l'ordine del giorno, ovvero il programma dettagliato della
giornata) c'è scritto che si finirà per le 23...ecco le 23...le 23,15...e 40...mezzanotte...ma
si, facciamo un'altro taglio, direi che è proprio il caso...

Altra grande svolta del lavoro nel cinema sono le "golden": ogni ora di straordinario trascorsa a girare viene pagata decisamente bene, una di quelle cose che, nonostante pesino sul momento(dopo 10
ore sei decisamente cotto), diventano quasi simpatiche nel ricordo quando le vedi
quantificate sulla busta paga...tutto questo ovviamente vale per tutti, TRANNE che per il
reparto regia e per quello di produzione, quindi l'assistente e l'aiuto non godono di alcun
beneficio dal prolungarsi dell'orario di lavoro...

Finalmente la frase riecheggia nell'aria"Signori grazie a tutti, abbiamo finito"...finito...si
fa per dire...

Compito dell'assistente a questo punto è "solo" quello di:
1 - accertarsi che ogni attore abbia ricevuto e risposto con successo alla convocazione per il giorno
successivo(se è un venerdi vanno fatte anche le precall, ovvero vanno pre-allertati tutti gli
attori che gireranno nella settimana successiva)
2 - aiutare la produzione ad organizzare la dipartita di tutti gli attori
3 - rispondere alla solita tempesta di domande/proteste/suggerimenti/consigli/moniti da parte di tutti i reparti riguardo al giorno successivo.

Ciliegina sullatorta è poi l'allarme, sempre dato rigorosamente in radio "Qualcuno ha visto lo zaino
del regista?".Fiato sospeso per 5 secondi, poi la radio continua "Valentina, non è che
andresti..." Eccomi, sono già sul set, a frugare tra le sedie, tentando di ricordare dove ho
visto per l'ultima volta lo zaino, davanti ai monitor non c'è, sul tavolo dove ha mangiato il
regista nemmeno, dietro il carrello del fonico neanche..Cazzo...Qui nemmeno, neanche
qui... Corro giù per le scale, arrivo nel piazzale sperando che il regista mi dia qualche
indicazione e, toh, lo vedo sfrecciare in macchina con l'autista.."E lo zaino?"chiedo ad alta
voce ad una macchina che nemmeno decelera ;"Tranquilla" risponde qualcuno "Ce l'aveva già in macchina, non te l'avevano detto?".
A-ri-vaffanculo.

giovedì, settembre 08, 2011

Colloquio

V:"Quindi raccontami un pò di te"
F:"Beh, io ho studiato a Roma, Bologna, Napoli, ho fatto un sacco di corsi, workshop e stage; diciamo che quella della recitazione per me è proprio una passione, ma da sempre eh! pensa che quand'ero piccola me lo dicevano tutti"Te da grande devi fa l'attrice!" e c'avevano ragione! Guarda, non è per niente, io le persone che fanno le finte modeste non le sopporto proprio, però è la verità: io sono brava. ma mica lo dico io, eh! Lo sai chi me l'ha detto? Michele Placido! E, voglio dire, lui ci capirà qualcosa di attori, te che dici?"
V:"Hai lavorato con Michele Placido?"
F:"Si. Ho fatto un workshop dove lui faceva praticamente il tutor, ci guidava nella recitazione, ci aiutava a capire i punti deboli..Insomma, un'esperienza pazzesca..."
V:"Wow. E che ti ha detto Placido?Che consigli ti ha dato?"
F:"Intanto mi ha detto "non si deve mai smettere di studiare" ma con quegli occhi così profondi madonna, quasi svenivo, te lo giuro! Poi lo vedevo che quando ho fatto il mio pezzo - perchè praticamente in questo workshop dovevamo portare un monologo di un film e lui ci doveva dirigere...ma non solo teatralmente, eh, proprio al livello cinema. E insomma io ho portato un pezzo da "Il diario di Bridget Jones"...c'hai presente il pezzo troppo fico in cui lei mezzo parla da sola e presenta Marc Darcy a Perpetua?"
V:"Si, mi pare di si"
F:"Ecco, quello. E, non lo dico per vantarmi, ma Michele rideva come un matto! E pure gli altri del corso eh, tutti si sono divertiti parecchio, perchè io lo so qual'è la dote mia: io c'ho proprio la comicità!"
V:"Quante persone eravate a corso?"
F:"Ma guarda, mi sembra 25 o 35, adesso non mi ricordo bene bene..."
V:"E quindi gli sei piaciuta, ti ha dato consigli sulla recitazione...?"
F:"M'ha detto solo una cosa"Bella mia e io che ti devo dire? Questa è una carriera molto difficile, bisogna avere anche un pò di fortuna, non solo la bravura!"... e io je stavo pè risponne, scusa, risponde "e che che ne sò io, Michele Placido sei te!"...ma poi figurati ero così emozionata il giorno che è venuto...
V:"Che vuol dire "il giorno che è venuto"? Ma non lo teneva lui il workshop?"
F:"Si si che lo faceva lui, è solo che quello è Michele Placido, non è che c'ha tempo de stare per due giorni a lavorare con noi! Quindi lui veniva tutti i giorni alla fine del corso per un'oretta, certe volte pure due, e ci guardava...Comunque per tornare al discorso di prima, se devo ditte la verità all'inizio c'ero rimasta pure un pò male, voglio dire, uno paga tutti quesi soldi - per carità, ben spesi eh, mica dico niente - però comunque un pò di soldini sono, per lavorare con Michele Placido e lui ti dice solo questo?! Però poi il nipote, che praticamente sta così con lo zio e che c'ha 'n agenzia pure lui, m'ha detto che comunque secondo lui ho fatto una bella impressione, si insomma, che mi sono fatta notare per le mie..aspetta com'è che ha detto"per le mie capacità di immedesimazione nel personaggio"..Va beh, non ti dico quanto sono stata felice...Perchè poi adesso sta preparando un film, lo sapevi? E' tipo un film su coso, oddio come se chiama.. quello morto dai che l'hanno ammazzato i mafiosi per ripicca...Va beh, mo non me viene...Te lo sai come se chiama? Va beh, te sei 'n agente è chiaro che lo sai, è il lavoro tuo... "
V:"No, veramente non lo so... Magari ti ha dato una notizia in anteprima, o magari si riferiva al film dell'anno scorso, magari ti sei...confusa? "
F:"Non mi pare proprio che mi sono confusa. Mi pare molto di più che te non lo sai e basta. Ma mica è per forza colpa tua, eh; magari è che sei ancora troppo poco conosciuta e certe cose a te manco t'arrivano... mi dispiace, perchè io comunque sono alla ricerca di un agente che creda in me e che abbia le conoscenze giuste per darmi quella spinta verso il successo che fino ad ora ancora non ho trovato, e sinceramente se tu nemmeno sai il nome del titolo del film di Michele mi sa che questa agenzia non è proprio quella giusta per me... ma guarda, io l'avevo capito subito, scusa se te lo dico, ma me sembri un pò troppo giovane pè fa un lavoro così, e poi voglio dire: te chi c'hai de famoso in agenzia?"
V:"Mah, guarda, di famoso come lo intendi tu nessuno sicuramente"
F:"Non è che ce stanno tanti modi pe esse famoso eh: quanti dei tua so riconosciuti pè strada? Nessuno vè...lo sapevo.. Va beh, io te posso solo augurà in bocca al lupo, e non te preoccupà che se divento famosa e se rincontramo te saluto, che io comunnque resto sempre una ragazza semplice."

Punto di vista

Eppure ci siamo incontrate per caso. Giravo distrattamente da quelle parti, in cerca di qualcosa da bere. Il tuo odore, fu lui ad assalirmi alle spalle e non potei ignorarlo; tornai sui miei passi e ti vidi: bianca, morbida, con le tue forme generose. Ebbi paura di spaventarti, ero certa che mi avresti scacciata in malo modo, purtroppo accade spesso a quelle come me, quindi decisi di appostarmi poco lontana e guardarti, gustarti con gli occhi... Faceva molto caldo e ogni tanto una goccia di sudore scendeva delicatamente sulla tua schiena, la rigava appena , per poi perdersi tra le stoffe della profonda scollatura. Iniziai la mia danza girandoti intorno lentamente, tu non ti accorgesti di nulla. Sfiorai il tuo collo di madreperla per un istante, ma eri troppo distratta dalle stupide chiacchiere di un tipo magro ed impestato di colonia scadente per accorgerti di me. Ti sfiorai la mano. Fissai il seno generoso che traballava tra i sussulti delle tue risate come scosse telluriche di puro piacere... Non potevo resistere oltre, mi tuffai su di te. Zzzzzzzz.

lunedì, luglio 04, 2011

Povero il mio paese

Prati: 5 persone fermano e atterrano un ragazzo straniero che ha appena rubato un cellulare.Vedendoli placcare l'altro a terra sedendoglisi sul petto e vedendoli decisamente su di giri,intervengo dicendogli che per legge non lo possono picchiare,non esiste la legge del taglione in questo paese;dopo essere stata chiamata "zecca di merda",dopo che il più simpatico dei due,che si spaccia per un poliziotto(alla mia richiesta di vedere il tesserino sa solo rispondermi "levate dai cojoni")mi dice"speriamo che uno de questi viene a casa tua e te violenta",intervengono altre 3 persone dicendo nell'ordine:



1 -è tutta colpa dei comunisti come te



2 -vai a scrive su Repubblica



3 - quelli come te so i primi che entrano nelle case a rubà.



Povera la mia Roma, povero il mio paese. 

lunedì, febbraio 15, 2010

La Dea della Sapienza

La dea della Sapienza

DEI:

1. MINERVA

2. ZEUS

3. APOLLO

4. ERA

5. IMPICCIDES

6. DIONISO

MORTALI:

1. RAGAZZO FONTANA 1

2. RAGAZZO FONTANA 2

3. RAGAZZA COATTA 1

4. RAGAZZA COATTA 2

5. RAGAZZO GANJA

6. ALEXANDER ATHENODROS

7. FATTONA RAVE

Dopo più di mille anni finalmente Minerva riuscì ad estorcere la concessione al divino padre Zeus; sapeva bene che il Supremo non era un tipo facile da convincere, ma la lunga depressione che l'aveva afflitta per secoli probabilmente aveva scosso il duro cuore del Divino padre, il quale le aveva fatto recapitare, tramite il fedele Hermes, una tavoletta su cui c'era scritto che quello stesso pomeriggio l'avrebbe attesa nel salone del palazzo per discorrere in merito alle sue continue richieste di ridiscendere tra i mortali .

Minerva non stava più nella pelle; aiutata dalle ancelle cercò la veste giusta e alla fine preferì quella con fili d'oro e di tramonto, che lo stesso padre le aveva regalato poco tempo prima. S’intrecciò dolcemente i capelli, indossò l'elmo, l'egida e quando fu pronta per l'incontro si diresse verso il palazzo paterno.

Zeus era solito attendere la figlia nell'ala ovest, ma in quell'occasione aveva preferito il salone centrale, solitamente utilizzato per le cerimonie ufficiali. Minerva entrò con passo incerto e subito vide il padre seduto sul grande trono, solita saetta alla mano. “Buonasera, o Divino Zeus” disse la figlia “Buonasera a te, o figlia prediletta. E' con grande gioia che ricevo la tua visita e ancor più la gioia nel mio divino petto aumenta sapendo che al termine del nostro incontro ve ne sarà molta anche nel tuo cuore.”.

La dea fece un profondo inchino, ed accettò l'invito del padre a sedersi ai suoi piedi. “Per molto tempo ho riflettuto sulle tue richieste amata figlia e per lunghi giorni mi sono interrogato su quale fosse la decisione più saggia da prendere in merito alle tue richieste; io sono il Signore degli dei e a me non è concesso sbagliare. La conclusione cui sono giunto è che la decisione debba essere la tua; da padre quale sono non posso fare a meno di esortarti però a non compire quest'incauto gesto: i mortali hanno ormai abbandonato i templi, sepolto il culto nei luoghi più lontani della loro anima e potresti trovare difficoltà nell'avvicinarti.”. Minerva restò un momento in silenzio, poi dischiuse le labbra purpuree e disse “Padre, Zeus Olimpio, le tue parole parlano al cuore della dea e della figlia; conosco la situazione in cui versa il mondo dei mortali, e so che tornare a loro sarà un gesto guidato Incoscienza e Audacia, amiche fedeli che porto sempre al mio fianco. Ma io sono Minerva, dea del sapere, delle arti e dell'intelletto e so che tra i mortali stolti esiste ancora qualche spirito che attende una mia rivelazione; per quei pochi eletti e per il loro buon cuore decido di correre questo rischio: mi manifesterò loro e guiderò il mortal cammino verso la saggezza.”. Il padre la strinse al petto ed ordinò ai suoi servitori di preparare alcuni doni per la figlia in partenza: dopo pochi istanti il salone del palazzo era pieno di casse dorate, di frutti polposi, ambrosia, e persino di un set scintillante di saette tascabili. Di fronte a tanta generosità la dea rivolse il suo dolce sguardo sul volto pensieroso del padre e disse “O Divino padre, la tua generosità mi sorprende sempre ma non credo che tutto questo mi sia necessario per affrontare il mio viaggio: accetterò solo una manciata di erba del tuo giardino, cosi che quando avrò nostalgia di casa, mi basterà annusarne l'odore per sentirti al mio fianco. “Così dicendo lasciò cadere in terra l'egida, l'elmo e lo scudo. I passi leggiadri della dea percorsero il maestoso salone, lasciandosi alle spalle il Dio perplesso che attese l'uscita della figlia per scagliare una folgore contro il servo inopportuno che gli stava porgendo delle mele.”Uh!Pazienza... ” disse il Divino contemplando il mucchio di cenere fumante che un tempo era stato il suo fedele servitore.

Qualche tempo prima, durante uno dei soliti noiosi banchetti, il fratello Apollo le aveva confessato che si era spinto di notte molto vicino al mondo degli uomini, ed era disceso su di una grande e rumorosa città che aveva nome Roma; volando sopra le vie deserte era giunto su di un'imponente struttura di marmo, che ricordava per certi versi gli antichi templi dell' Attica ; lì, nella notte, un gruppo di giovani era riunito in un grande piazzale, circondato da candele ed i fumi d'un particolare incenso si diffondevano dolcemente nell'aria; un suono mai udito prima proveniva da misteriose scatole scure, al cui battito i giovani si muovevano.

Temendo che qualcuno potesse scorgerlo, il dio del sole aveva cercato di allontanarsi, non senza prima posare lo sguardo sull'imponente statua che si stagliava alta contro il cielo scuro al centro del gruppo di ombre danzanti nella notte, e con suo infinito stupore notò che “Eri tu, o divina sorella: quei giovani danzavano in tuo onore”. A quelle parole Minerva credette di morire (anche se sapeva benissimo che questo non le sarebbe mai potuto accadere essendo lei una dea) e sentì che se fosse riuscita a convincere il Divino genitore a lasciarla andare sarebbe stata quella la meta del suo viaggio.

Immaginava stuoli di giovani sorridenti, adagiati su prati fioriti, con le vesti accarezzate dalla brezza estiva; immaginava centinaia di sapienti ragazze dedite alla poesia ed al suono della lira; le sembrava già di poter vedere giovani maestri circondati da decine di menti assetate di conoscenza. Sentiva che quei mortali la stavano invocando, sentiva i loro occhi scrutare il cielo in attesa di una riposta che solo lei avrebbe potuto dare. Strinse forte i fili d'erba che aveva tra le dita e chiuse gli occhi: i suoi fedeli la stavano aspettando.

La sua discesa tra i mortali avvenne dove aveva previsto e si rivelò esattamente nel luogo che il fratello le aveva descritto: un ampio piazzale circondato da alti templi di marmo chiaro. Un intenso fascio di luce avvolgeva la divina figura e la sua veste, bianca e d'oro, brillava d'una luce maestosa. Minerva, sorridendo, aprì lentamente gli occhi pronta a posare il suo amoroso sguardo sulla folla di adepti estasiati, ma restò piuttosto stupita quando si rese conto che, nonostante ci fossero centinaia di persone intente ad attraversare il piazzale, nessuna sembrava essersi accorta di lei.

Allungò lentamente un piede ma non trovando alcuna superficie su cui appoggiarsi abbassò lo sguardo e si rese conto che si trovava su un piedistallo molto alto al centro di una piscina squadrata; tentò di mantenere la posizione che più si addice ad una dea del suo calibro, ma fu costretta a legarsi in vita l'ampia veste quando si rese conto che scendere da lì sopra non sarebbe stata facile impresa. Del resto non poteva nemmeno chiedere aiuto a qualcuno: lei era una dea e le dee aiutano i mortali, non necessitano certo del loro di aiuto. Con un gesto decisamente poco aggraziato, tentò di allungare il piede sottile, lasciando che seguisse la liscia forma del trespolo: nulla, la distanza che la separava dalla terra era decisamente troppa.

Fece un paio di tentativi altrettanto goffi, quando, persa decisamente la Pazienza, tentò di saltare. Un istante dopo si ritrovò seduta con le vesti zuppe al centro della piccola piscina e con un leggero dolorino che le veniva dal di dietro. “Non importa”cercò di farsi forza”La Determinazione prevede il sacrificio”e così dicendo tentò di rimettersi in piedi. Un gruppetto si era fermato a guardare la scena ed uno le urlò “Ao, ma come stai?”, Minerva alzò gli occhi e sorrise a quel tenero gruppo di giovani menti che finalmente l'avevano notata; disse aprendo le braccia”A voi mi mostro, o mortali amati, esseri al lungo dimenticati, con l'intento di rinvigorire le vostre speranze: venite presso di me con Fiducia, poiché io sono colei che vi condurrà all'eterno sapere” e così dicendo mosse alcuni passi solenni verso il gruppo che la guardava con stupore “Ma che te sei fumata?” disse uno di loro “Sta lessa”fece l'altro e senza null'altro proferire, diedero le spalle alla dea e si allontanarono.

Minerva restò impietrita, le caviglie ancora immerse nell'acqua “Poveri cari, disse, la Diffidenza è stata troppo a lungo vostra unica consigliera. Sbagliammo noi, anche se dei ad abbandonarvi al destino ingrato, lasciandovi senza divina guida per lungo tempo. Riconquisterò i vostri cuori, e da lì infonderò nelle vostre menti mortali nuova forza ed un rinnovato amore.”E così dicendo si strizzò la veste zuppa ed uscì dalla vasca.

“Ecco un gruppo di giovani vestali che affretta l'agil passo verso la Conoscenza... A loro rivolgerò il mio accorato messaggio, con loro spezzerò le catene dell'iniquo fato che troppo al lungo ci ha tenuti distanti, dei e uomini.” Sgambettando velocemente verso le tre studentesse ritardatarie la dea le raggiunse in poche audaci falcate, e quando le ebbe di fronte a sé, allungò la mano per posarla sulla spalla di una di loro. “Che cazzo vuoi?” disse quella girandosi di scatto e stringendo la borsa al petto “Me stavi a rubbà la borza? Mortacci tua”aggiunse. E di seguito l'amica “ Bella guarda che te staccamo 'n braccio sa, io nun ce metto 'gnente”

“Per Carità!” disse la dea ”Da voi giungo con le più tenere intenzioni o mie amate creature: donarvi la Conoscenza e privarvi della Solitudine” “Privarvi de che?!”e furono botte, tante, da tutte le parti. Pochi istanti dopo Minerva, la veste strappata ed il ginocchio sanguinante, era di nuovo col di dietro in terra. “Povere creature” disse mentre tentava di alzarsi” Non hanno che la Violenza come unica difesa contro la solitudine”e pian piano zoppicò verso il prato su cui erano beatamente adagiati quattro o cinque studenti.

”Questa volta” pensò “non cercherò di conquistarli con le parole. Il linguaggio è ingannevole e nasconde in sé continue trappole. Tra loro siederò in silenzio, le orecchie alle loro suppliche presterò senza alcun timore” pensava al divina mentre raggiungeva la piccola comitiva e con fare leggiadro si adagiò sul verde praticello accanto a loro.

Con suo grande stupore nessuno dei giovani notò la sua presenza: con i nasi sepolti dentro i libri la stavano decisamente ignorando. La dea però non si diede per vinta ed iniziò ad emettere alcuni sospiri profondi per attirare la loro attenzione. Uno dei ragazzi, quello che le sedeva vicino, le mise in mano allora qualcosa che lei afferrò non sapendo assolutamente di cosa si trattasse ”Incenso?” chiese la dea”Ganjia.” rispose l'altro.”Ah... ”disse lei, cercando di darsi un contegno.

Non sapendo come utilizzare il candelotto fumante che aveva tra le mani, si ricordò che una volta, da bambina, il padre la aveva portata di nascosto sulla terra, nell'amata città di Atene, dove giovani donne impugnando lunghi bastoncelli d'incenso, danzavano con le vesti carezzate dalla brezza marina in suo onore; così pensava la Dea e subito si mise in piedi e diede inizio alle danze: lunghi filamenti fumosi si spandevano nell'aria tiepida, mentre il polso sottile continuava ad ondeggiare dolcemente.

D'un tratto uno dei ragazzi s'alzò di scatto e strappata la canna dalle dita della ballerina olimpica disse “Ma che sei scema?” e quella, intimidita da tanta irruenza e con un filo di voce, rispose ”No... sarei...Minerva...”. Il gruppo di ragazzotti le lanciò un'occhiataccia, raccolse velocemente le proprie cose e si allontanò.”Ma che accadimento assai buffo è questo... ” pensò tra sé e sé la Dea ”Forse devono avermi scambiata per questa tal Scema, le cui fattezze del corpo somigliano presuntuosamente alle mie.”

Dopo qualche istante di meditazione si fece forza e decise di varcare la soglia dell'imponente Partenone che si stagliava di fronte agli occhi “Son certa, pensò, che in luogo si colto e raffinato troverò qualche saggio uomo canuto in cerca del mio aiuto. A lui rivelerò tutto il mio divino sapere” e così dicendo prese a salire la lunga scalinata, tentando di tenere il passo con lo sciame di giovani che si apprestava ad entrare nell'edificio.

Il ginocchio dolorante però non le consentiva grande agilità, nonostante la dea facesse del suo meglio per mascherare l'inopportuna goffaggine. Un uomo piuttosto anziano e dalla vista deboluccia, vedendo questa figura in difficoltà le si avvicinò e disse”Ha bisogno di una mano?” Negli occhi della dea una dolce luce si accese e nel cuore un tepore insperato ”Oh, canuto mortale dal volto segnato dal dio mio nonno Kronos; proprio ora che il mio cuore di dea era prossimo all'ira tu ti riveli in tutta la tua gentile presenza. A te, o amato essere, rivolgerò le mie attenzioni divine, con te dimostrerò al padre che aveva errato pensandovi come stolti!” Pensava la dea mentre l'altro la conduceva sana e salva all'apice della faticosa gradinata.

“Qual è il tuo nome, o canuto mortale?”chiese la dea “ Alexander Atenodros, docente di storia greca.”Rispose l'altro.”Oh divino padre!”scoppiò la dea raggiante alzando mani e volto verso il cielo“Ecco la risposta a cotanto tormento! Non era forse questo che attendemmo per millenni rinchiusi dentro il triste Olimpo? Non furono queste forse le domande che rivolgemmo a noi stessi senza riuscire a dare risposta? Oh divino Zeus, l'amore dei mortali guiderà la nostra ricomparsa sulla terra!”Uscita dalla sua estasi mistica la dea abbassò lentamente le braccia e dischiuse gli occhi: il professor Atenodros era scomparso.

Minerva si fece largo tra i giovani che occupavano l'atrio e vide in fondo al corridoio il buon Alexander che procedeva, nonostante l'età avanzata, con passo decisamente spedito. “Per tutti gli dei”disse la divina”Come corrono questi mortali!”. Vedendo che la distanza che li separava non tendeva a diminuire urlò”Alexander! Docente!”quello, girando appena il viso, si accorse che la donna lo stava raggiungendo ed affrettò, per quello che l'età gli permetteva, il passo. Sulle scale la dea lo aveva quasi raggiunto e ancora lo invocò”O Docente!”

. Alexander si voltò di scatto e disse seccato“Signorina cosa vuole? Non vede che vado di fretta?”e la dea “Sì ma io. ” ”Sì un corno!", rispose l'altro”.Ma...ma..io volevo solo...” “Stia bene a sentire signorina”disse l'uomo riprendendo a salire le scale”io ricevo lunedì e venerdì dalle 10 alle 11! E lo sa che giorno è oggi? E' martedì! Non lunedì, non venerdì, ma è un dannatissimo martedì!” “Sì ma io volevo. ””Volevo, volevo: cosa vuole che mi importi di quel che vuole lei. Si presenti al ricevimento con le carte necessarie, la lista dei testi, e soprattutto. ”disse guardando la veste stracciata e il rivolo di sangue che le colava dal ginocchio”si vesta in maniera più dignitosa!”e così dicendo le voltò definitivamente le spalle.

Il giorno seguente sull'Olimpo il sommo Zeus camminava su e giù per il salone vuoto, quando la divina consorte adagiata sul trono gli chiese”Cosa ti turba, o sommo marito, radunatore di nuvole, Signore degli dei, Divino Zeus?” “O moglie mia, insostituibile consigliera, chi mi turba è l'amata figlia Minerva”, rispose Zeus” Sei volte il carro di Apollo è stato nel cielo e ancora non ho avuto sue notizie“. “Non essere in pensiero o amato marito, o audace signore, impareggiabile padre, eccelso condottiero di dei e uomini! La non più giovanissima Minerva (c'era dell'astio tra le due) probabilmente sarà circondata da una folla di mortali estasiati che con gioia ascolteranno le sue sapienti parole” “Sarà... ” disse il divino Zeus”Ma almeno un messo poteva mandarlo scusa. ci vuole dico io? Comunque... hai ragione senz'altro, o divina consorte, certamente la figlia sarà troppo occupata per volgere il pensiero alla paterna apprensione. Da genitore quale sono però credo sia il caso di mandare qualcuno a controllare” e così dicendo chiamò Impiccides, suo servo prediletto “Impiccides!” tuonò il signore degli dei “Recati tra i mortali e cerca la dea Minerva: quando l'avrai trovata assicurati che stia bene e con grazia suggeriscile di tornare presso il trono paterno”. L'altro annuì e partì subito per la delicata missione.

La notte stessa Impiccides giunse nei pressi d'una grande struttura marmorea che ricordava di molto la maestosa architettura dei templi dedicati agli dei “Sarà senz'altro qui”pensò il servitore e così dicendo si fece coraggio e s’inoltrò nel lungo viale. Ai piedi d'un imponente edificio, sul cui si leggeva appena la scritta “Studium Urbis”, un piedistallo vuoto sorgeva al centro d'una piscina squadrata e tutto intorno un gran numero di giovani dall'insolito abbigliamento si muovevano all'unisono al ritmo d'un suono che Impiccides, abituato al divino suono dell'arpa e della lira, trovava orribilmente fastidioso. Pian piano si avvicinò al gruppo e giunto che fu nei pressi del piedistallo, una strana figura gli si avvicinò e gli chiese”'Na sigaretta?”; con gli occhi pieni di orrore Impiccides fece un balzo indietro, poi fattosi coraggio, indicando i piercing sul viso della ragazza disse tremando”Sei forse tu un'Erinni, o essere orrendo che di cotanto disastro cospargi occhi e fronte, che di cotanto dolore la tua stessa sgraziata figura tormenti agitandoti senza sosta nelle tenebre?” “Mica t'ho capito sa...”disse l'altra riprendendo ad agitarsi al ritmo assordante delle casse.

Il povero Impiccides continuò la sua ricerca a lungo, e quando era ormai vicino al perdere le speranze, i suoi occhi si posarono su una esile e dimessa figura seduta sul bordo della vasca. “Minerva!”urlò il servitore”O divina Minerva, quali catastrofici eventi ridussero la tua magnifica figura in codesto stato? ” La dea continuava a fissare il piedistallo vuoto al di sopra della sua nuca arruffata, poi gettò un'occhiata veloce verso il servitore e disse, con la bocca un po' impastata dal vino “Lo vedi quel piedistallo Impiccides? Io lì dovevo stare: beata, amata, venerata da tutti. ma no! Scendi, torna tra i mortali Minerva: vai a donare loro la saggezza...Stronzate!” disse la dea alzandosi in piedi e barcollando”Cosa ti è accaduto, o divina Minerva? Forse ti pentisti di non aver prestato orecchio al paterno consiglio?” “Pentita?”domandò l'altra stentando a tenere la posizione eretta ”No pentita... solo che questi mortali insomma....oddio il sandalo...tienimi il braccio che scivolo!”e così dicendo fece un gesto troppo rapido che il suo misero equilibrio non riuscì a sostenere e cadde in terra rovinosamente “O eccelsa dea, o temeraria guida dei mortali ingrati! Lascia che ti aiuti” disse il servitore”Ma non mi rompere i co...oh...guarda Impiccides...” disse la dea con dolcezza” il ciuffetto d'erba del giardino di mio padre!...senti, senti come profuma

“disse schiacciandogli sotto il naso l'erbetta ormai secca”Sai cosa ci serve adesso Impiccides?” “Lo ignoro O mia divina , di cosa dunque abbiamo necessità?” “Una cartina e un filtro!”e così dicendo si rialzò da terra e barcollando a tempo di musica si gettò in mezzo alla folla “Oh per Dioniso!” sospirò preoccupato Impiccides.”Eh no!”tuonò una voce alle sue spalle”Almeno stasera lasciatemi stare: mi faccio un rave all'anno!” tuonò Dioniso, il dio del vino in persona, anch’egli propenso a difendere il suo diritto a godersi al serata. Impiccides lo fissò per un istante con sguardo stravolto, poi alzò gli occhi all’indirizzo del Signore degli dei e sospirò forte. Minerva intanto fece barcollando ritorno, con in mano la canna ben confezionata ed una bottiglia di vino; accese la prima, aspirò forte e tentando di mantenersi dritta sulle fragili caviglie:”Divina...”disse espirando lentamente.

Intanto sulla cima dell'Olimpo, il sommo Zeus tentava di rassicurarsi, pensando che da eccelsa dea qual' era, non poteva aver dubbi sul fatto che Minerva stesse portando a termine la sua missione, e tutto questo lo pensava forte il Re degli dei, il signore dell'Olimpo, mentre Impiccides evitava che il vomito insozzasse quel che ormai restava dei dorati capelli della dea Minerva, dea della Saggezza, della Cultura e soprattutto della Sapienza.

Canto di Natale

Notte, vento gelido. Non c'è nessuno in giro la notte di Natale. Io sono stranita, sempre la stessa canzone; un bicchiere di vino, rosso, forte. Serve a scacciare i cattivi pensieri.

Tu sei seduto, chiuso nella giacca fino agli occhi; tra pochi giorni finisce l'anno e in fondo non è che ne siano successe di cose buone. Ti senti solo, dì la verità... Passa un tipo, col piede calcia una bottiglia d birra che vuota inizia a rotolare, lenta. ma tu nemmeno la senti, troppe cose a cui pensare, la notte di Natale.

Mando indietro la traccia ancora una volta, quando decido di farmi del male mi ci metto d'impegno io, non improvviso quasi mai. Il vino lo finisco come i giovani da bar "alla goccia" e frugo in tasca, sigaretta. Ah, anche quest'anno ho deciso: a capodanno smetto di fumare. Accendino maledetto...niente, in borsa, in tasca, non c'è...

Un freddo della madonna, ecco che senti. Non ti ricordi nemmeno a che ora attacchi domani..le undici? Le sei?

Intorno continua ad esserci il deserto, giusto un paio di coppie ipercinetiche interrompono la fissità del paesaggio. Giro l'angolo. Piazzetta vuota e la musica nelle orecchie mi impedisce di sentire qualsiasi rumore. Sono stanca, mi gira tutto, sedersi, ora. Lucina rossa, lettore quasi scarico. E ti pareva.

Hai deciso: è ora di andare, non senti nemmeno più le chiappe per quanto freddo c'hai e sedersi sul marmo, beh, non è stata una gran mossa. Frizionare. Ancora. Ancora. Niente, anche le mani sono andate. Però il freddo t'ha distratto dai tuoi pensieri, giusto il tempo di sentire quel lento rantolio della bottiglia, sempre in cerca del suo schianto. Ti giri appena: senti ma non la vedi. In fondo sei vivo: ecco cos'è successo di memorabile quest'anno! Questo è un bel pensiero, bravo, impegnati.

La borsa non vuole collaborare, eppure sono certa che uno ce l'avevo...fazzoletti....portafogli...un assorbente che non si sa mai... l'accendino per dio. Sarà caduto in macchina, forse. Fumerò il freddo, così... Decompressione emozionale, necessaria stasera. Vediamo, vediamo: pensare a cose belle... la libertà riconquistata! La casa nuova anche, stanza più che casa, ma va bene lo stesso! Il lavoro...

La bottiglia continua la sua ricerca e finalmente raggiunge lo scopo: trscccccc.... mille pezzetti e più nessun rumore. Ti giri a guardare, l'importante è sempre che la colpa non sia tua. "sorriso magico" ti chiamano, tutti che pensano che tu sia un bravo ragazzo, un pezzo di pane...però non c'è un cazzo da fare, la rabbia la senti sempre, non ti lascia un momento, non ti fa respirare. Una volta però, qualche mese fa, quella stronza che ti ha scopato senza calore , che ti ha voluto sfidare, era riuscita ad allentare la morsa. Amare di nuovo..impossibile Claudio, che cazzo dici.

E ci mancava! Un bel pensiero revival, giusto per non farsi mancare niente. Abbiamo detto tutuuto: i tracollo economico, il divorzio, mancava solo la storia d'amore sfigata! Va bene, non è un caso che io sia qui: San Lorenzo è la ricerca di lui, ma....trsccccccc...punkabbestia di merda, a Natale li odio ancora di più ... Lo stitico sentimentale, coglione maledetto con la sua faccia da bravo ragazzo e quel modo...ma chi voglio prendere per il culo? Mi manca, Claudio, Claudio Santi, Via dei Chiarini 132, trecentocinquanta metri dal mio portone, più o meno 200 passi. Sono bassa, lo so. Colpa del sangue sardo. Basta, devo fumare. Ma non c'è nessuno in questo quartiere???

Basta, è ora di andare. Stasera era da macchina, altro che sto motorino, anche il ghiaccio sullo specchietto. Casco, le punte delle orecchie ringraziano. Primo giro: non parte. Secondo: ancora niente, troppo freddo. Ok, calma: cuffie e musica. Jazz. Ancora: partito e adesso fallo scaldare...

Forse di qua...ah, eccolo uno!

Accelera...ancora..deve scaldarsi bene, stasera farsela a piedi è brutta eh...

"Scusami?", ha tolto il cavalletto, guarda eh...

Pronto, destinazione Via dei Chiarini 132.

"Scusamiiiiiiiii!" che cazzo di rumore che fa sto motorino!

Manopola destra affondata, vento gelido, ma ce la puoi fare.

Oddio ma sembra...no, non è possibile... E comunque è già partito...

Cazzo che freddo.

cazzo che freddo.







venerdì, maggio 25, 2007

Parassitismo cittadino


Miei cari,
come sempre rendo questo blog specchio delle mie umane vicende, ed il tema di oggi è: subaffitto!!!
Da qualche settimana non mi lascio sfuggire sito, giornale e quant'altro parli di affittacamere, stanze singole, etc... e come sempre mi diverto a trarre le mie personalissime conclusioni.
Con grande gioia noto che una larga fetta di romani possidenti sono soliti mettere sul mercato i loro buchi, spacciandoli per stanze luminosissime, rifinitissime, centralissime, deliziose quando in realtà si tratta di veri e propri furti autorizzati: partiamo da 300 euro minimo per camere singole fuori dal G.r.a., spese escluse ovviamente, e alla levitazione non c'è limite: 450, 500 e addirittura 550 euro per camere di pochi metri quadri, nel cui prezzo, atto di vera generosità, il tenero proprietario include spesso la connessione internet! Che ci fosse speculazione in questo senso non è certo una novità, ma la situazione si complica quando vengo a scoprire che spesso il prezzo della stanza viene "rinforzato" dagli altri coinquilini, che sperano di alleggerire le loro uscite sulle spalle del nuovo venuto...
Parola del giorno è: ONESTA'...

lunedì, maggio 14, 2007

FAMIGLIA CRISTIANA?


Come forse qualcuno si sarà accorto, questo blog in fondo non è altro che un monologo, ma oggi ho deciso di accogliere la richiesta, nonchè lo sfogo di un amico che , nonostante abbia visioni per certi aspetti assai divergenti dalle mie, soprattutto in termini di fede e religiosità, credo abbia bisogno di un "pulpito", che volentieri gli "presto". Signore e Signori, ecco a voi Lollo-is-the-deejay:

Il papa in Brasile, il “Family Day “, il “Coraggio Laico”. Tre eventi importanti, datati dodici maggio, intrecciati sul tema della famiglia. “Laddove Dio e la sua volontà non sono conosciuti, dove non esiste la fede in Gesù Cristo, e nella sua presenza nelle celebrazioni sacramentali, manca l’essenziale anche per la soluzione degli urgenti problemi sociali e politici”. Così Benedetto XVI ai vescovi brasiliani, nella cattedrale di San Paolo. "La famiglia sia compresa nel suo autentico valore, capita fino in fondo e vissuta con gioia". E' questo l'auspicio del card. Camillo Ruini all'indomani del Family Day. Di fronte a tutti questi buoni propositi, non mi resta che sfoggiare il mio “Coraggio Cristiano” e interrogarmi sul significato di queste parole. Attenendomi agli scritti di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, ovvero a vangeli NON apocrifi, devo chiedermi: Com’era Gesù figlio? E qual era il Gesù Cristo pensiero in merito alla famiglia? Cito questo episodio: Gesù, dodicenne, era via di casa da tre giorni; quando finalmente sua madre, Maria, riuscì a trovarlo gli chiese: “Figlio perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre (riferito a Giuseppe) ed io, angosciati, ti cercavamo” Gesù ripose: “Perché mi cercavate? Non sapete che io mi devo occupare degli affari del Padre mio?”. “Ma essi non compresero le sue parole”. E mi sa, ho come questo sentore, che non furono i soli a non comprendere. Sentite qua che dice La Sacra Bibbia, Parola di Dio. Gesù: "Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre, o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me. Sono venuto a portare il fuoco sulla terra! E come vorrei che fosse già acceso! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, io vi dico, ma la divisione. Padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera.” Arrivati a questo punto io, misero uomo, mi chiedo: a questo si riferisce Ratzinger quando parla di conoscenza di Dio e della sua volontà? E’ questo che promuove il cardinal Bertone? Si riferisce a questo Ruini? Cosa direbbe Gesù loro? Forse direbbe loro: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di
uomini”. E loro magari per gentilezza lo rimetterebbero in croce, ma non sta a me dirlo. A me, invece, non resta che terminare. Rivolgo un appello ai cattolici e DICO loro: Non osservate la pagliuzza negli occhi dei vostri fratelli laici, comunisti, capelloni, omosessuali e così via, perché non vi accorgete della trave che avete nell’occhio. Togliete dunque questa trave formato obelisco piazza San Pietro dal vostro occhio: magari vedrete meglio.

Amen.

Vuoi lavorare nel mondo dello spettacolo?



Qualche giorno fa mi sono collegata alla mia casella di posta su hotmail(pubblicità occulta- 10 Euro)ed ho trovato la solita sfilza di mail dal titolo "corso di regia", "montatore in 10 lezioni", "full immertion in final cut", tutte "svolte" che promettono di renderti in sole 10 ore di fila, un vero professionista, un asso della regia, insomma uno di quelli a cui i datori di lavoro citofonano a casa... Polemica e rosicona quale sono( chi mi conosce lo sà) ho deciso di dare il via alla mia personalissima linea di corsi on line dal titolo "Vuoi fare cinema? Prima di tutto impara a difenderti.".
Il bello del corso è che si tratta di un ciclo di zero incontri, ovviamente a pagamento: chiunque decida di aderire all'iniziativa è obbigato a lasciare una testimonianza scritta sul blog in cui racconterà la sua personalissima esperienza con eventuali corsi, a pagamento e non, e quanto questi corsi lo/la abbiano seriamente preparato/a ed agevolato/a nell'inserimento nel mondo del lavoro. Ovviamente inizio io...


Post lauream- Atto primo: un corso per uno non fa male a nessuno.

C'era una volta un corso IFTS di “Tecnico esperto nella produzione cinematografica” (finanziato dalla Regione Lazio con il contributo dei fondi sociali europei) presso la scuola privata Manieri-Copernico di Roma. Dopo aver trascorso lunghe ore alle prese con le prove scritte, simao circa una ventina ad accedere al corso. La nostra iniziazione al magico mondo della produzione viene affidata alla tiratissima Eleonora Brigliadori, che sin dalle prime battute ci lascia un pò perplessi: ogni giorno "sarebbe carino" se, una volta entrati in classe, ci dedicassimo alla trascrizione del nostro umore sul registro(eh?!?!??!?!): il nostro primo compito sarà quello di disegnare una faccina stile packman con i caratteri che più ci rappresentano: un sorrisino se siamo felici, un muso lungo se non lo siamo, gli occhi aperti se abbiamo voglia di imparare, due crocette se invece staremmo volentieri altrove. Ecco, vista la mia spiccatissima verve polemica, qui potrei già fermarmi e sparare un siluro. E' ancora troppo presto: era solo il primo giorno.
Le lezioni sono tutte piu' o meno inutili, anche se tra le varie materie col tempo sbucano insegnamenti a dir poco bizzarri e di cui stento a trovare collegamenti con il fine del corso che, lo ripeto, sarebbe quello di iniziare alla professione del produttore: un pomeriggio la solita Brigliadori, ci invita a recarci tutti in palestra, dove, stando a quanto lei sostiene, in poco tempo, e grazie ad una tecnica a metà tra lo scimanesimo e il tantrismo, potremo riuscire a distaccarci dal nostro corpo.................................
Ci metto quasi 1 mese per riprendermi da questa esperienza extrasensoriale, poi decido di lasciare a casa la mia parte critica e faccio ritorno, oserei dire, giusto in tempo: la lezione del giorno verterà sull'E.M.A.I.: una sorta di metodo per imparare a valorizzare la propria memoria...una sorta di Eminflex dei neuroni.
Mi trattengo, resisto, ce la posso fare, mi contengo...NOOOO! Ecco il mio spirito critico che sfonda la porta e si butta su di me, mi agguanta, spinge, nuovamente prende possesso del mio corpo: il comando arriva alla lingua in una attimo: "Mi scusi, ma questo cosa c'entra con la produzione cinematografica?". Silenzio. La Brigliadori mi fissa"Perchè sei così negativa? non senti che l'energia positiva che si stava formando in quest'aula improvvisamente ha subito un calo?". Ovviamente me ne vado.
Dopo qualche tempo, mi convince a ritornare ancora una volta in quel luogo estraneo una comunicazione ricevuta via mail: in questi giorni l' istituto ospita la troupe di una nota fiction televisiva, quindi noi studenti avremo la possibilità di osservare da vicino il set. Ora se fossi sicura di quello che sto dicendo non dubitate, scriverei e il nome della fiction e quello del galantuomo di cui vado raccontandovi, ma visto che la memoria potrebbe ingannarmi non essendo molto ferrata in fatto di fiction, voglio evitare di sputtanare a vanvera.
Dopo qualche ora trascorsa sul "set"(parola molto grossa), mi decido, armata del mio curriculum fresco di stampa, ad avvicinare il regista il quale, senza curarsi minimamente dei fogli che gli porgo mi fa"E te come te chiami?""Valentina, Valentina Orrù" e lui "Ah..Orrù! Allora sei sarda!! Girate n'attimo e famme vedè...""Cosa mi scusi?!" e lui, rivolto verso la troupe"Ao questa è sarda!! 'E sarde a letto sò certe pantere...". Ed è a voi che faccio appello signore e signori della giuria, perchè cerchiate di giustificare il mio comportamento, perchè giustifichiate la mia reazione sconsiderata, immorale. Restai in silenzio, ebbene si, io lo feci. E coì ammutolita restai anche quando quell'essere spregevole continuò a ridere di gusto in faccia alle mie gance che ormai avevano assunto un colore decisamente insolito. Restai così, imbambolata; avrei voluto urlargli contro di tutto, avrei voluto saltargli al collo e recidergli la giugulare, ma l'umiliazione di quelle risate maschili mi umiliò al punto che non seppi fare altro che allontanarmi.


W la Rai.

Qualche mese più tardi incontrai sul lavoro(animazione per bambini, ovviamente niente cinema) un distinto dirigente Rai il quale mi suggerì di tentare alcuni colloqui all'interno per capire se ed in quale modo avrei potuto farmi aprire le dorate porte della Rai. Il Signore, di cui volutamente ometto il nome, mi indirizzò da Franco Matteucci, allora Direttore Innovazione Prodotto, il quale dopo aver pazientemente ascoltato l'esposizione del mio curriculum mi disse"Perfetto, mi è tutto chiaro: lei è una ragazza in gamba con molta voglia di fare a cui però manca solo una cosa: la raccomandazione. Ma non si preoccupi, voglio dimostrarle che qui in Rai non c'è spazio solo per raccomandati e nullafacenti: la volgio aiutare proprio perchè non ha alcuna raccomandazione a farle da garanzia. Aspetti un attimo." E così il Dott. Matteucci si mette al telefono e in breve mi procura un appuntamento con una tale (di cui ignoro il nome) della redazione di Rai Futura a Saxa Rubra. Anche qui espongo le mie minime esperienze di lavoro, e dopo aver ascoltato e fotocopiato più e più volte il curriculum vengo passata alla Sig.ra Paola Proto la quale, molto meno gentilmente di quelli che l'hanno preceduta, mi regala il primo, ufficiale"Le faremo sapere. Richiami la prossima settimana." Inizia così un calvario fatto di appuntamenti telefonici pieni di ambiguità, si frasi lasciate appese a lasciar intendere e fraintendere, ma nulla che si avvicini ad una risposta vera. Finalmente un giorno riesco a sentirmi dire "Non c'è stato niente da fare" ed il mio posto di lavoro in Rai sembra proprio essere morto ancor prima di venire al mondo.
Prima di attaccare però, la persona dall'altra parte dice una parola che allora mi sembrò molto dolce: stage...

Lo stage.

Ecco un argomento davvero delicato. quando finisci di studiare cercano di convincerti che ciò di cui hai davvero bisogno è un pochino di esperienza, solo quel tanto che basta per iniziare a lavorare con gli strumenti giusti e la risposta a tutto questo è solo una: sfruttamento o, peggio mi sento, perdita di tempo.
Torno alla Rai, dove la Signora Bondoli, la cui mansione è appunto quella di accettare e poi smistare gli stagisti, mi aiuta a racimolare le giuste care per inoltrare la mia richiesta di stage, operazione che può essere fatta solo ed esclusivamente tramite l' università. Ottenuti i vari fogli e foglietti, la Sig. ra Bondoli decide di dividere il mio stage in due tranche: la prima a "cinematografo"da Gigi Marzullo, la seconda invece al Tg2 al seguito di Vincenzo Mollica.
La redazione di Marzullo era al 4' piano di Via Teulada 66, il cui balcone è l'unico ad affacciare sul piazzaletto interno dritto di fronte alla strada. Lì dentro conosco subito la redazione composta da : Cristina, Francesca, Greta, e una di cui non ricordo il nome, tutte programmiste registe; Francesca ed Anna, che lavorano in produzione, Rosellina che invece fa il "casting". C'è poi Nada, la regista e Massimiliano, suo aiuto, ed una strana signora di cui non ricordo il nome, che viene in redazione un paio di volte a settimana, chiama la figlia, ci parla circa un quarto d'ora e poi non fa nient'altro. bah.
Il lavoro di redazione è molto carino: non si fa veramente un cazzo. e questo non perchè le componenti del team non abbiano voglia di lavorare(o almeno questo non vale per tutti), ma perchè non c'è davvero niente da fare. Tutte queste persne si occupano di:


  • uscire con le troupe per fare le uscite dalle sale, oivvero raccogliere interviste degli spettatori sui film;

  • prendere in consegna le cassette inviate dalle distribuzioni con interviste e trailer vari e da queste ricavare un assaggio di pochi minuti che molto spesso necessita di doppiaggio;

  • decidere di settimana in settimana quali saranno gli ospiti della puntata successiva, contattarli, organizzare le macchine per passarli a prendere;

  • accogliere gli ospiti in studio il giorno della registrazione, portarli al trucco, offrire loro un caffè nel salottino di fronte allo studio di registrazione;

  • andare a prelevare Marzullo dal suo camerino ed accompagnarlo in ascensore quando è tutto pronto;

  • scrivere i titoli di coda;

  • riportare all'auto gli ospiti.

Ecco qui. Nient'altro. In un ambiente di lavoro normale, sano, motivante, tutto questo si farebbe in poche ore, ma qui, visto che si tratta di Rai, ci possono volere anche 5 giorni.
Ma torniamo al mio stage: passo in questo limbo di noia infernale in questo non luogo, priva di impegni si sorta, ben 2 mesi della mia vita, in cui, vita la mole di cose da imparare, ho tutto il tempo di aprirmi questo blog, imparare ad utilizzarlo e scivere minchiate. vi dico solo che il giorno più emozionante è stato quello in cui mi è stato concesso di ordinare l'archivio dei nastri...
Ecco, adesso invece è il momento dell'episodio che meglio descrive la Rai:; al termine di una "riunione", Marzullo conduce una della sua redazione, e me al seguito, nei nuovi uffici per quella che lui definisce "la redazione estiva": in poche parole comunica a Francesca che sta cercando delle persone per un programma estivo, ma non sà ancora chi ci metterà dentro. E io "Beh, se le servo..." lui stupito mi fa "Tu? ma perchè tu vuoi lavorare in Rai?"(homo sapiens?)...al che il Dottor Marzullo mi fa "Vieni domani nel mio ufficio che ne parliamo."
Lo ammetto, ero felice. Ero proprio sicura che stavolta le ccose sarebbero cambiate: avevo testato l'ignoranza di perone che si definiscono professioniste e se ce l'avevano fatta loro anche io potevo.
La mattina dopo mi presento in ufficoi da Marzullo, a Viale Mazzini, aspetto quasi un'ora, al che marzullo esce dalla stanza con al seguito un uomo sui 60 ed una ragazza di poco più giovane di me. Marzullo mi butta uno sguardo ed irritato mi fa "Tu che ci fai qui?" "Non si ricora ieri? mi ha detto di passare...il programma estivo..." e lui "Abbiamo già parlato per telefono prima."poi rivolto alla ragazza che gli stava accanto "Visto? Tutti vengono a chiedermi una mano, pure questa. Ma tu stai tranquilla, ci penso io. E tu aspetta qui." Resto seduta, forse sono bordot in faccia, forse nera o verde, ma già che ci sono resto per dio. Dopo altri 20 minuti ritorna, mi fa un cenno con la mano come a dire "che vuoi?" e io cerco di spiegargli che il giorno prima bla, bla, bla e il programma estivo bla, bla, bla sono una ragazza in gamba bla, bla, bla. "Fai una fotocopia del curriculum e dalla alla segretaria. Ciao" Porta chiusa. Ultimo giorno in Rai, ovviamente. Prima di concludere vorrei lasciare un'immagine per i posteri: una sera, durante la registrazione della puntata, marzullo si lancia in una previsione sull'esito di Cannes pronunciando la frase che qui riporto "Il vincitore quindi, sembra proprio essere ALDO MOVAR". Non esiste alcuna attenuante visto che l'ha ripetuto nella stessa orrendea forma altre due volte. Ah, quasi dimenticavo: al tempo Marzullo era Responsabile della cultura per la Rai...


Lo studio: dal tempo perso allo sfruttamento.

venerdì, marzo 23, 2007

Chi è più sensibile di Simone Cristicchi?


Devo ammetterlo, mi rode...e pure di brutto! Mi ricordo all' Alpheus, saranno passati due anni, dove osservavo divertita, e senza ccattiveria, un ragazzo di circa 30 anni con una folta chioma riccioluta, una chitarra e la lingua biforcuta, mentre strillava "l'ombrellone te lo ficco nel culo, il gelato te lo spiaccico in faccia..." o forse era l'altra, forse era"ma la cosa deprimente che mi butta giù, è vedere la gente alla giornata della gioventù, folla di decerebrati deficienti...". Si, forse era questa, o forse entrambe. Fatto sta che ho ascoltato i concerti del ragazzo con i capelli a microfono per qualche tempo, apprezzando la sua mancanza di perbenismo. Mi piaceva. Poi un giorno ho ricevuto una chiamata da uno dei mille amici musicisti romani che mi fa "Ao, ma l'hai sentito Cristicchi? J'hanno fatto fa er disco!" e io lì subito a pensare che bella cosa, allora qualcuno che ha voglia di sentire le canzoni contro i preti c'è anche in Italia, allora esistono i produttori coraggiosi, si, Cristicchi e il suo primo disco! Evviva! Quindi adesso quelli che fanno musica sul serio, i milioni di gruppi professionali, splendidi, preziosi che ammuffiscono nei club adesso hanno una possibilità!!Voglio dire: se esce Cristicchi...
Poi un giorno ho acceso la radio: una voce che conoscevo cantava qualcosa tipo "volgio essere BIagio Antonacci..". era Cristicchi, o meglio, Rufus per quelli de Il Locale e dell'Alpheus...pessima, davvero, ma niente in confronto alla pochezza post-romantica della sua studentessa universitaria... senza nulla togliere alla commerciabilità di un pezzo, insomma, sti cantanti dovranno pur mangiare, ma mi è stato subito chiaro quello che ascoltavo: e dallo stomaco è partito, incontrollato, il rigurgito, prima silenzioso, poi chiaro"Che schifo...".
Qualche mese fa, non lo stesso amico dell apirma telefonata, ma un secondo"Ao- sempre- ma hai sentito de Cristicchi? Sta a fa 'no spettacolo teatrale tipo la tesi tua....'nzomma, sui matti". Rimasi basita. Ed era solo l'inizio: spettacolo teatrale, libro, documentario poi festival di Sanremo. E Pippo Bauldo che lo definisce il cantautore più sensibile dell'anno.

Non so cosa sia per voi la follia, per Cristicchi è un terno al lotto.